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Tagli sanitari per 10 milioni nel Vibonese: solo 14 (su 50) si presentano alla Conferenza dei sindaci

Disertano 36 primi cittadini. I presenti firmano il ricorso dei comitati

Doveva essere una Conferenza ricca di contenuti e di accesi confronti su un tema scottante quale quello della sanità, tutto s’è trasformato, invece, in quasi due ore di dibattito sereno e costruttivo portato avanti da un manipolo di amministratori, quattordici in tutto, che hanno scelto di onorare il ruolo che gli elettori hanno affidato loro, rinunciando alla frescura dei boschi o alla brezza marina sotto l’ombrellone. Per ben 36 dei 50 sindaci che fanno parte della Conferenza, l’invito a disertare i lavori, partito dal consigliere regionale Michele Comito, è prevalso sugli interessi dei cittadini che, per inciso, essendo quotidianamente alle prese col palese dispregio del loro diritto alla salute, dei formalismi non sanno davvero che farsene. Non a caso, nell’aula del Consiglio comunale, a seguire i lavori ci sono i familiari dei pazienti ricoverati al “Don Mottola” di Drapia e ai quali viene negato dall’Asp il diritto di potersi curare gratuitamente. Quando il sindaco Enzo Romeo, presidente designato della Conferenza, chiama l’appello a rispondere sono solo in quattordici (Ricadi, Stefanaconi, Monterosso, Polia, Arena, Francavilla, Rombiolo, Vallelonga, Zaccanopoli, San Nicola da Crissa, Brognaturo, Ionadi, Vibo Valentia). C’è anche il sindaco Alessandro Porcelli (Drapia) che, pur non condividendo le modalità della convocazione della Conferenza, sceglie di essere presente per tutelare gli interessi del territorio amministrato. Non c’è traccia, invece, del commissario dell’Asp Antonio Battistini, che in tanti aspettavano, e di parecchi sindaci delle Serre e del litorale tirrenico. In questo caso, a rappresentare tutti i centri costieri vibonesi c’è solo il primo cittadino di Ricadi, Nicola Tripodi. Risultano, peraltro, assenti, oltre ai sindaci di Nicotera, Pizzo e Tropea, anche quelli di Serra e Soriano, tutti amministratori che, in tema di sanità, avrebbero molto da chiedere e molto da tutelare.

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