Una posizione più diretta sull’autonomia differenziata è arrivata anche in seno al Consiglio comunale e alla stessa amministrazione Mascaro: durante l’ultima seduta, infatti, si è riservata una discussione (proposta dal consigliere Piccioni) di carattere più “politico” proprio sulla legge 86 del 26 giugno che sta dividendo in due il Paese. Con l’assenza dei consiglieri leghisti – D’Amico e Mastroianni che, già in una nota stampa, avevano stigmatizzato la stessa discussione prevista in Consiglio – si è sottoscritto un breve documento a firma del sindaco Mascaro, del presidente del Consiglio Giancarlo Nicotera e dei consiglieri Rosario Piccioni, Tranquillo Paradiso, Ruggero Pegna, Anna Caruso, Maria Grandinetti e Giovanni Pulice. Tutta l’area forzista e centrista, più Piccioni, dunque ribadisce un “no” all’autonomia, un no «che nasce da un sì. Il sì alla Costituzione, il sì ad un’idea di Stato che non isola, non lascia indietro nessuno, ma permette a tutti di crescere insieme, con pari opportunità, tutelando il merito e le possibilità di ogni cittadino. Per questi motivi» si legge nel documento «diciamo no alla legge 26/06/2024 n. 86 e sosteniamo la campagna referendaria che sempre più persone stanno portando avanti nel Paese». E senza dubbi anche lo stesso sindaco che, ricordando già una mozione contraria approvata dall’assise comunale nel 2023, si dichiara contrario e «contento che si sia già raggiunto il 47 per cento delle firme occorrenti per l’indizione del referendum». Un “no”, dunque, che come sottolinea ancora Giancarlo Nicotera «non vuole avere e non ha matrice politica o partitica, non vuole essere contro qualcuno o qualcosa, ma scaturisce dallo spirito della Costituzione e dei Padri costituendi che si posero come principi e valori assoluti la solidarietà, l’uguaglianza fra cittadini, l’equità sociale, il tutto nell’ambito di una Nazione unica ed indivisibile». Un “no” all’Autonomia che effettivamente – lo si vede un po’ in tutta Italia – sembra travalicare equilibri e disequilibri di partito per ribadirsi con un certo trasversalismo tra forze diverse, gruppi civici, associazioni, sindacati, e persino la chiesa, come si è visto proprio a Lamezia con alcune decise dichiarazioni del vescovo Serafino Parisi.