Quella dell’aeroporto, con il paventato “sorpasso” autunnale del “Tito Minniti” per le rotte estere di Ryanair, è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo. E non è certo un caso che esula dalla discussione sul peso politico della città nei livelli decisionali regionali perché, com’è ampiamente noto, da oltre due anni l’87,75% delle azioni della società di gestioni degli scali calabresi, la Sacal, è detenuto da enti pubblici. Ma di indizi, tutti confluenti verso la conferma della marginalità della politica lametina, ce ne sarebbero tanti.
Con le ferie agostane ormai archiviate e l’avvio di un autunno caldo che porterà alle elezioni comunali del prossimo anno, si può star certi che l’argomento tornerà di stringente attualità nei dibattiti social e nelle note stampa diffuse urbi et orbi. Ma i fatti resteranno tali, e raccontano inequivocabilmente di una realtà che non riesce a rinsaldarsi nemmeno all’interno dei rispettivi schieramenti politici, un po’ come riflesso di una comunità che forse non si sente ancora davvero unita né rappresentata da chi dovrebbe portare le istanze della quarta città della Calabria sui tavoli che contano.
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