Non è stato tutto sommato “vano” il putiferio sollevato dalla prospettiva dell’ennesimo scippo nei confronti del capoluogo, consentendo infatti di fare chiarezza senza passare dalle aule di giustizia amministrativa sulla sorte delle funzioni dell’ex Segretariato regionale del ministero della Cultura che resteranno in capo alla Soprintendenza di Catanzaro e non saranno quindi dirottate a quella di Reggio Calabria. Una disposizione, ora riconosciuta come «refuso», contenuta nel decreto ministeriale di riorganizzazione, che ha spinto a lanciare l’allarme già nelle settimane passate.
All’origine di tutto, dunque, il decreto ministeriale 270 del 5 settembre 2024 che, nell’ambito della riorganizzazione degli uffici periferici del ministero, ha assegnato le funzioni del dismesso Segretariato regionale, compresa quella di stazione appaltante, alla Soprintendenza archeologia belle arti paesaggio di Reggio Calabria sottraendola a Catanzaro. L’amministrazione comunale appena due giorni fa aveva deciso di impugnare il decreto ministeriale. «Una previsione illegittima – lo aveva bollato il sindaco Nicola Fiorita –, perché in contrasto con il Dpcm 57 del 15 marzo 2024, il quale stabilisce che la Commissione regionale per il patrimonio culturale, cui quelle stesse funzioni competono, sia presieduta dal soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio competente per il territorio del comune capoluogo di regione».
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