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A Catanzaro la Città della salute stenta ancora a decollare. Iemma: «L’Azienda unica può diventare decisiva»

Il termine «scoraggiamento» per definire il post integrazione rende bene l’idea. Perché Giusy Iemma, vicesindaco con delega ai Rapporti con il sistema sanitario, è anche medico cardiologo (del vecchio “Pugliese-Ciaccio”), quindi riesce a prendere la temperatura dell’Azienda unica “Dulbecco” dalla doppia e privilegiata prospettiva dell’addetta ai lavori e della rappresentante istituzionale.

In realtà, lo «scoraggiamento» di cui parla può essere esteso a tutta l’idea di Catanzaro come città della Salute e della ricerca scientifica nonostante la “Dulbecco” potrebbe essere un perfetto volano per la crescita a 360 gradi della città: «Un’azienda con 857 posti letto, fra le più grandi del Mezzogiorno, che si affaccia sul Mediterraneo grazie alla nostra posizione baricentrica, può rappresentare un punto di riferimento per il Sud e altri Paesi dell’area, il mio sogno sarebbe attrarre studenti per esempio dalla Grecia e dalla Croazia. L’integrazione però non è decollata, che l’abbia fatto sul piano amministrativo non è sufficiente, servirebbe lo facesse veramente anche su quello delle Unità operative. Ci sono le eccellenze professionali – aggiunge –, ma non teniamo il passo dal punto di vista logistico e strutturale, perché al “Pugliese” c’è carenza di posti letto, e anche sugli strumenti dovremmo essere avanti».

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