Il bilancio di previsione era passato, neanche ventiquattr’ore prima sotto le forche caudine di numeri non sufficienti in Aula. Ed allora, il presidente della Provincia Corrado L’Andolina ha pensato di aprire le… consultazioni. E nel giro di qualche ora è arrivato a una prima conclusione che senza ombra di dubbio rischia di rappresentare un ulteriore doppio terremoto, sia nel centrodestra, sponda Forza Italia (partito che fino all’altro ieri ha sostenuto il capo dell’amministrazione pur senza grande entusiasmo), sia nel centrosinistra, sponda Partito democratico.
E già perché proprio un (ormai ex) eletto del Pd, Nicola La Sorba, iscritto al gruppo civico “Democratici e progressisti”, espressione proprio dei dem, ieri ha deciso di fornire un sostegno al principale inquilino di palazzo ex Enel, salvo vedersi immediatamente bocciato dal suo stesso partito che ha subito provveduto ad allontanarlo, bollandolo come «trasformista ed autoreferenziale». In assenza dei vertici provinciali del Pd, a prendere carta e penna, su delega del segretario regionale Nicola Irto, è stato il referente calabrese agli Enti locali Salvatore Monaco: «La notizia che il consigliere provinciale La Sorba abbia accettato l’incarico di vice presidente della Provincia vulnera, alla radice – ha esordito – l’appartenenza dello stesso alla nostra comunità politica, sancendone l'automatica fuoriuscita. Esiste soltanto – spiegano i vertici dem – la coerente disponibilità di ogni amministratore iscritto al Pd, in tutti i Comuni della provincia di Vibo Valentia, a concorrere a rafforzare lo schieramento alternativo al centrodestra, senza riserve o tentennamenti, evitando ogni tentazione trasformista ed autoreferenziale».
Espulso dunque quello stesso La Sorba che, nemmeno 24 ore prima, aveva firmato un documento con cui si chiedeva al presidente di «invertire la rotta», o, in caso contrario, di «valutare eventuali dimissioni». A quanto pare, è bastato pochissimo per accontentarlo e convincerlo a ritornare sui propri passi! C’è da capire, a questo punto, se questa mossa basti al capo dell’Amministrazione per portare a casa il voto favorevole della maggioranza degli eletti il prossimo 5 novembre, quando in Aula ritornerà il bilancio di previsione.
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