I costi della politica restano terreno di scontro. E se anche la pubblicazione della delibera della giunta comunale avrebbe dovuto, in qualche modo, rasserenare il clima, ha finito invece per arroventarlo. Tanto che l’argomento, fino ai giorni scorsi snobbato dai più, è divenuto il principale terreno di scontro, in una sorta di strana guerra di tutti contro tutti di hobbesiana memoria. Le questioni sotto la lente, sono le più svariate: ha fatto bene il sindaco a tagliarsi l’indennità, determinando a cascata l’effetto della scure applicata al suo mensile, anche su assessori e consiglieri comunali? E ancora, è possibile devolvere la cifra, alla “salvaguardia” dell’equilibrio finanziario, essendo Palazzo “Luigi Razza”, un ente soggetto al salva-Vibo? Ovvero, alla concessione di quel trasferimento ministeriale di denaro, che consente ogni anno di ripianare una parte del disavanzo da circa 30 milioni di euro? E ancora: si sono tagliati tanto o poco gli amministratori decurtandosi un complessivo 30%, di cui il 10% già trattenuto in partenza? Ergo, un 20% complessivo? Sono tutti quesiti che, in questi giorni, ciascun partito politico sta sviscerando a modo proprio.
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