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Raccolta rifiuti a Catanzaro, Azione: "No a proroga senza la pubblicazione del relativo bando"

«Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di proroga del servizio di raccolta rifiuti in assenza della pubblicazione del relativo bando». Il gruppo di Azione nel Consiglio comunale di Catanzaro (Valerio Donato, Gianni Parisi, Stefano Veraldi) chiude così le porte a ogni tentativo di chiudere l’anno lasciando le cose invariate per quel che concerne la raccolta rifiuti.
«Significherebbe - per i tre consiglieri - perpetrare prassi ritenute non legittime anche dall’Autorità nazionale anticorruzione e - ribadiscono senza mezzi termini - «è impensabile che dopo ben quattro mesi dalla revoca in autotutela del bando non si sia riusciti a pubblicare il nuovo avviso». Azione, in pratica, si sfila totalmente da «logiche in base alle quali i tempi si dilatano oltre misura anche per la definizione di pratiche così importanti» convinti come sono, peraltro, del fatto che «politica e burocrazia comunale abbiano responsabilità gravissime». Da qui l’amarezza che li spinge a dire basta a quella che, ai loro occhi, appare come «una totale assenza di piglio decisionale nonché di competenza».

Azione, dunque, tira il freno a mano rispetto a un’azione amministrativa che continua a insistere su modalità che - dicono senza mezzi termini -«nessun beneficio concreto portano alla collettività». Da qui l’intento di non prestare il fianco, rischiando di apparire complici, ha un ulteriore proroga che - fanno notare - «sarebbe non legittima». D’altronde, loro non hanno alcun dubbio: «L’unica strada al momento perseguibile è quella dell’impugnativa stragiudiziale e/o giudiziale della transazione conclusa dal Comune di Catanzaro con l’azienda che gestisce il servizio di raccolta rifiuti nel maggio del 2022. Senza retrocedere di un millimetro rispetto a quanto sempre affermato, in sostanza, il gruppo di Azione in Consiglio comunale pretende «la rottura netta di qualunque elemento di continuità con le passate gestioni tanto avversate e oggetto di forti critiche anche da parte di chi, oggi, governa».

Sullo sfondo il contrasto con le norme imperative e i principi comunitari tra cui la tutela della concorrenza, «che è radicalmente nulla e priva di qualunque effetto di legge. Applicare il contratto, così come originariamente concluso sia in ordine alle penali stabilite sia in ordine ai rapporti allo stato pendenti» appare dunque l’unica strada percorribile stando al ragionamento targato Azione ovvero alle tesi da sempre sostenute da parte di un gruppo deciso a chiudere la porta in faccia a qualsiasi possibilità di danno erariale a carico del Comune. In sostanza, la loro posizione era e rimane assolutamente in linea con quanto messo nero su bianco dall’Autorità nazionale anticorruzione in un provvedimento del quale adesso pretendono l’assoluto rispetto. Palpabile, dunque, l’amarezza per il fatto che neppure la posizione targata Anac sembra aver suonato la sveglia all’amministrazione comunale. Da qui la conclusione senza remore: «Una vera spinta, forte e decisa nell’ottica di un netto e positivo cambiamento non si è ancora percepita».

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