La tassa di soggiorno, ovvero, quello strumento che, nel mondo, le località che vivono di turismo conoscono da decenni. Ebbene, nel capoluogo, l’imposta ha fatto capolino soltanto nel 2020. E per quasi cinque anni è rimasto un talismano, difficile da decifrare persino per gli addetti ai lavori. A tal proposito, nei giorni scorsi, come chiarito dall’assessore alle Attività produttive Stefano Soriano nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, è arrivata l’approvazione di un nuovo regolamento che porta con sé precise prerogative rispetto al passato. In primis, «abbiamo posto attenzione – ha spiegato Soriano – all’aspetto della riscossione, alla tempestività dei pagamenti. E abbiamo notato che, dati alla mano, vi fosse un ritardo, tanto nei versamenti effettuati che nel sistema di aggiornamento delle presenze in città». Una macchina «farraginosa» tanto è vero «che per il 2024, la società di riscossione non è in grado di fornirci il dato degli incassi e delle presenze, mentre a Tropea – ha ammonito ancora l’esponente dell’esecutivo – tutto questo è stato possibile». Constatato ciò, «d’intesa con l’assessore al Bilancio Pina Puntillo – ha rimarcato Soriano – abbiamo attivato le procedure per una puntuale riscossione che consentirebbe una più puntuale programmazione delle attività connesse all’imposta di soggiorno».