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Elezioni e candidature: il campo largo vibonese al centro di fibrillazioni. Riflettori su Provinciali e Regionali

Quello appena iniziato sarà l’anno dell’attesa. O meglio, delle strategie per “vecchi” e “nuovi” aspiranti alle poltrone più ambite della politica. Non è difficile, d’altronde, immaginare che la partita delle provinciali (in tanti stanno attendendo quella riforma che riporti l’elezione diretta del presidente), delle regionali (la scadenza del mandato del governatore Roberto Occhiuto è fissata per la fine del prossimo anno) e delle politiche che - salvo sorprese - sono previsti per il 2027. Una partita a scacchi che, specie i maggiorenti del centrosinistra, a destra al momento si respira una calma apparente, stanno affrontando già non senza posizionare gradualmente le rispettive pedine sullo scacchiere. Come è ben noto, sono due i consiglieri regionali uscenti del territorio. Si tratta di Antonio Lo Schiavo, al momento alla guida del gruppo Misto e di Raffaele Mammoliti, espressione del Partito democratico. Ma gli aspiranti sono diversi. A cominciare da chi vorrebbe scalare una volta per tutte Palazzo Campanella, utilizzando la via della vittoria appena ottenuta al Comune di Vibo. L’idea prioritaria, almeno tra le file del Pd, che ormai sembra aver quasi monopolizzato quell’area, considerata la possibile tornata provinciale, sarebbe quella di proporre ad Antonio Lo Schiavo - che i suoi consensi ha dimostrato di averli eccome - la presidenza di Palazzo Ex Enel, per avere mani libere sulle Regionali. Competizione per la quale gli aspiranti non sarebbero pochi. E lo si è capito all’atto dell’ultimo congresso provinciale, per il quale Nicola Irto ha pensato di affidarsi ad Enzo Insardà da cui - al di là dei proclami che vorrebbero nuove assemblee nel prossimo autunno -potrebbe passare la questione candidature dem.

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