Sette lunghe ore di Consiglio comunale aperto, per arrivare a chiedere la proclamazione dello Stato di emergenza per l’acqua potabile. Con i cittadini per la prima volta protagonisti di un dibattito, quello sulla qualità e la quantità dell’acqua che sgorga dai rubinetti delle abitazioni, che dovrebbe essere superato dai tempi ed invece, in città, è ancora stringente attualità. Un tema non semplice, tanto più se alla discussione non si presentano i rappresentanti di Asp, Arrical e Sorical. «Dal 9 maggio al 4 dicembre – esordisce il primo cittadino Enzo Romeo – ci sono state 17 informative relative alla diminuzione del flusso d’acqua». Dunque, bisogna intervenire, ed al più presto. In che modo? «Vanno riattivati – evidenzia – i pozzi presenti in città. Bisogna aumentare la portata della rete e si deve puntare sul raddoppio della condotta di adduzione che porta l’acqua dall’invaso dell’Alaco. Va completato il processo di ingegnerizzazione già realizzato dalla Regione oltre che richiesti all’Asp controlli più frequenti». Punti fermi (si fa per dire) rispetto ai quali è il portavoce delle associazioni, Luciano Gagliardi, a dare il là alle danze degli interventi dei rappresentanti delle associazioni. «È un momento storico, quello odierno. Per la prima volta, possono partecipare al dibattito i cittadini che sono stati sempre tenuti fuori ed in qualche caso allontanati a seguito dell’intervento delle forze dell’ordine».