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Il ministro Calderoli a Vibo: "L'autonomia differenziata è uno choc indispensabile"

Il ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli, è tornato a parlare del tema dell'autonomia differenziata. Lo ha fatto questa mattina a Vibo Valentia in occasione della lectio magistralis tenuta all'Istituto di Criminologia.

«Quello che ci deve preoccupare e che dice l’Ocse, è che le Regioni locomotiva sono entrate in una trappola di sviluppo. L’Ocse dice: tra dieci anni ci sono tre Regioni, Piemonte Liguria e Toscana, che possono entrare in area di transizione, da essere locomotiva ad avere la necessità di essere aiutate. Ci vuole uno choc, dice l’Ocse, attraverso la devoluzione delle competenze, cioè l’Autonomia differenziata. Anni fa ho visto un film, in cui al presidente degli Usa gli scienziati annunciavano l’arrivo di un meteorite. A un certo punto il meteorite si è iniziato a vedere in cielo e le autorità rispondevano, "don't look up", "non guardate in ari". Noi invece in aria guardiamoci, vediamo arrivare il meteorite e se riusciamo spostiamoci».

«Oggi si sanno i criteri specifici della delega. Allora era impossibile. Ora presenteremo il ddl delega con tutti questi concetti e potremo sistemare». Così ancora il ministro Calderoli «E' stata eccepita la genericità dei criteri e dei principi direttivi della delega. Lo sapevo? Sì - ha spiegato - Ma la prima definizione dei Lep è in questa legge, e la Corte Costituzionale l’ha accettata. Il problema è che fino ad oggi ci si è mossi in un terreno sconosciuto. La Corte dice che i diritti civili e sociali e il livello minimo di erogazione è definito dalla prima parte della Costituzione. Ma nella prima parte della Costituzione ci sono principi generali, che nessuno è mai andato a definire. Noi invece abbiamo individuato tutti i diritti e i livelli essenziali, è una relazione di 370 pagine, più di 230 livelli essenziali».

«Per tutto il resto - ha affermato ancora il ministro - la sentenza è auto applicativa, cioè additiva, sostituisce e censura certe parole non costituzionali con altre dettate dalla Corte stessa e che sono orientativamente costituzionalmente rispettate. 'Manca la motivazione rispetto al principio di sussidiarietà'. Ma io l’ho messa nell’articolo 1, nei principi fondamentali - ha proseguito - Se l’ho messa nell’articolo 1 varrà per tutti gli altri». «Un’altra cosa che mi ha disturbato è il capitolo sulla solidarietà, come se noi fossimo venuti meno a quei principi. E' un nervo scoperto ma io ne voglio parlare. I residui fiscali: in Italia, secondo Bankitalia, su 21 tra Regioni e Province a statuto ordinario ce ne sono 6 che hanno il segno negativo davanti e 15 col segno positivo, spendono più di quello che ricevono. La somma dei residui dà un negativo di 93 miliardi, una maggiore entrata. Di questi 53 vanno a vantaggio delle Regioni con minor capacità fiscale e gli altri allo Stato. Quindi il principio della solidarietà è già insito nel sistema e nessuno ha mai detto di voler toccare il residuo fiscale. Continueremo a essere solidali. Io vorrei una boccia trasparente in cui si capisce chi mette i soldi e chi li prende. Le riforme spaventano, ma se tutti stessimo bene allora si potrebbe andare avanti come sempre, ma se ci sono realtà che non stanno bene, allora vanno affrontate in termini di riforme».

 

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