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La speranza di avere un nuovo ospedale a Vibo Valentia, Occhiuto ci crede: pronto entro il 2026

La sanità vibonese sembra essere arrivata ad un punto di non ritorno. E la politica (specie quella di opposizione al governo regionale) incalza costantemente sulle ormai croniche difficoltà di garantire il diritto alla salute dei cittadini. I possibili 800 giorni di lavori all’ospedale Jazzolino, unico vero presidio territoriale, non fanno altro che alimentare lo stato di disagio ormai permanente dell’utenza alle prese con liste d’attesa insostenibili, reparti che gradualmente chiudono e una medicina territoriale ad uno stadio primordiale. Quasi non bastasse tale increscioso scenario, da mesi è arrivato anche il secondo commissariamento dell’ultimo ventennio dell’Asp per infiltrazioni mafiose. Non c’è, tuttavia, da strapparsi totalmente le vesti. In fondo al tunnel, proprio nel momento più critico, uno spiraglio di luce arriva da Roma. E lo regala il governatore Roberto Occhiuto che, nella giornata di venerdì, ha fatto il punto proprio sulla realizzazione dei tre nuovi ospedali calabresi, quelli di Vibo, della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro.

Per quel che concerne il nuovo presidio, le cui opere complementari sono state già realizzate in contrada Cocari, l’espressione più in sintonia con le parole del capo dell’esecutivo regionale, potrebbe essere work in progress e soprattutto “accelerazione”. E se qualcuno, in questi giorni ha richiamato polemicamente, specie dal fronte del centrosinistra, la promessa fatta da Occhiuto ai vibonesi, «i lavori saranno conclusi entro la fine del 2026», dunque, entro la conclusione del suo mandato, è opportuno ribadire che da questo convincimento né il presidente tantomeno i tecnici che seguono da vicino la realizzazione del nosocomio, abbiano inteso al momento recedere.

 

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