L’attivazione di Cardiochirurgia a Cosenza, nell’ospedale pubblico dell’Annunziata, ha immediatamente scatenato l’opposizione di una parte della politica catanzarese, che ha usato toni preoccupati per quello che viene definito l’ennesimo «brutto scippo» nei confronti della sanità del Capoluogo. I primi a sollevare il problema sono stati i consiglieri comunali Antonio Corsi, Francesco Scarpino, Rosario Mancuso e Raffaele Serò, parlando di «una pietra tombale sulla città, sui nostri ospedali e sulla Facoltà di Medicina». I quattro si sono scagliati contro i colleghi di centrodestra, inserendo nel loro discorso anche le questioni “sospese” al Comune: «Invece di perdere tempo a lanciare anatemi, comincino a chiedere conto alla Regione e all’Ufficio del commissario alla Sanità come hanno fatto “magicamente” a togliere la Cardiochirurgia al Sant'Anna e regalarla a Cosenza». La connessione fra la complicata vicenda del Sant’Anna (il cui accreditamento è sospeso) e l’attivazione della Cardiochirurgia all’Annunziata è al centro dell’affondo dell’ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, secondo cui «c’è una coincidenza più che sospetta» fra i due casi, e una responsabilità di tutti gli schieramenti, da destra a sinistra.