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Al Comune di Catanzaro la maggioranza dribbla la sua fragilità. Il centrodestra prova a riorganizzarsi

Sullo sfondo del dibattito consiliare, nella seduta di giovedì scorso, è rimasta la questione politica di una maggioranza che ha numeri risicati e di un’opposizione che, dal canto suo, non ha avuto la forza di realizzare la spallata. Una situazione che potrebbe leggersi come quella di due debolezze in sostanziale equilibrio a Palazzo De Nobili. Nell’area della maggioranza, in verità, il tema non è stato toccato. A parte l’intervento con il quale Tommaso Serraino ha annunciato la sua uscita dal ruolo di capogruppo di Cambiavento, con la preoccupazione che l’avvicinarsi delle elezioni regionali finisca per accendere lo scontro politico cittadino, l’area di governo ha preferito tirare dritto, probabilmente anche per non dare appigli alle forze di opposizione che, invece, dal canto loro, si sono mosse in ordine sparso.
Da un lato Valerio Donato (capogruppo di Azione) ha messo in fila una serie di criticità nell’operato dell’amministrazione ma ha anche, a questo punto della consiliatura, invitato tutti a evitare di «ammazzarci reciprocamente», per impiegare «queste energie per fare delle cose». In particolare ha puntato sulla necessità di rafforzare una «politica catanzarese debole» nei confronti delle altre aree della Calabria, in particolare Cosenza, suggerendo la necessità di «aiutare» Fiorita a «rivendicare il ruolo della città».
In chiave politica, sul fronte del centrodestra, sono stati Eugenio Riccio (Lega) e Antonello Talerico (Forza Italia) a lanciare alcune stoccate, sia alla maggioranza che alla stessa area di appartenenza, al momento del voto sul bilancio di previsione.

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