Potrebbe fare un passo indietro il sindaco Paolo Mascaro. Il sindaco uscente non ha subbi sulla sua candidabilità, in quanto così come prevede la legge starebbe nei due anni e sei mesi previsti dalla normativa per potersi candidare dopo i due mandati. Il nodo quindi non sarebbe sulla sua candidabilità, ma la possibilità di un eventuale ricorso e «sull’interpretazione giuridica» che verrebbe data. Mascaro si è insediato in via Perugini il 16 giugno 2015 ed è andato via il 22 novembre del 2017. «Queste sono due date indiscutibili – ha spiegato alla Gazzetta del Sud il sindaco Mascaro - sono poi rientrato al Comune il 28 febbraio. Sabato 23 marzo alle ore 10.30 viene pubblicata l’inibitoria, con rientro immediato della commissione straordinaria. La situazione dubbia sotto l’aspetto giudiziario è se il 23 e il 24 marzo del 2019, in presenza di inibitoria del Consiglio di Stato che reimmette al vertice dell’Amministrazione comunale la commissione straordinaria, io ero o non ero da considerare sindaco. Quei due giorni sono il vero nodo della questione. Si tratta del primo caso del genere avvenuto in Italia». Da qui l’interrogativo del primo cittadino: «Se il Consiglio di Stato dà una inibitoria e si reinsedia una Commissione già esistente e non da nominare, il perpetuarsi della guida amministrativa su chi ricade? Se il 24 marzo del 2019 si fosse verificata un’emergenza chi era titolato ad intervenire? Il sindaco Mascaro già destinatario di inibitoria o il Commissario che era andato via e poi è stato reinsediato per via dell’inibitoria?».
Una situazione ingarbugliata, che nelle ultime ore ha portato il sindaco Mascaro a riflettere su un suo possibile passo indietro nella competizione di maggio.
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