Il presidente del Cda del Sant'Anna Hospital, Giovanni Parisi, e il direttore sanitario, Soccorso Capomolla, hanno lanciato un «pubblico appello al ministro della Salute, Roberto Speranza, al commissario ad acta della Regione Calabria, Guido Longo, al direttore generale del Dipartimento della Salute, Francesco Bevere, alla struttura commissariale dell'Asp di Catanzaro, Luisa Latella, Carmelo Musolino, Salvatore Gullì, al direttore sanitario, Ilario Lazzaro, per avere indicazione certe ad oras ed immediate, quale organo regolatore di questa struttura ospedaliera, circa la possibilità di accettare urgenze che arrivano dal territorio. Si ribadisce altresì la richiesta urgente di un incontro ”istituzionale” al fine di poter praticare un confronto sulle motivazioni che hanno condotto il S. Anna Hospital in tale condizione».
La richiesta
L'istanza arriva «a seguito dell’attuale difficile fase gestionale del Sant’Anna Hospital e di un corto circuito istituzionale sulla catena delle responsabilità decisionali», è avvenuto che la «vigilia di Natale è stato comunicato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro che ”il Sant’Anna Hospital di Catanzaro non potrà erogare prestazioni con onere a carico del servizio Sanitario Regionale”. Tale decisione, irrituale in termini di contenuti (poiché non sono intervenute, ancora, le condizioni previste dall’art 9 di cui alla legge n. 24 del 2008 per la sospensione ad oras dell’autorizzazione all’esercizio,) e forma (non è stato emesso decreto di revoca formale dell’accreditamento da parte del dirigente generale del Dipartimento della Regione Calabria) ha creato una grave condizione di rischio sulla sanità pubblica, soprattutto in questa fase di crisi della sanità ed emergenza pandemica con l’interruzione di un servizio di pubblica utilità».
Le interlocuzioni
«Come management aziendale abbiamo cercato tutte le possibili interlocuzioni istituzionali (Struttura del Commissario ad acta, Struttura Commissariale dell’ASP di Catanzaro), per avere indicazioni certe, formali e rituali sullo status giuridico della struttura (aperta o chiusa?) senza ottenere alcuna risposta. Pur essendo fortemente provati dalla grave attuale condizione aziendale, siamo altrettanto consapevoli del ruolo di servizio di pubblica utilità del Sant’Anna Hospital, e fino a quando possiamo ottemperare all’obbligatorietà dei mezzi, saremo fortemente determinati a rimanere al servizio della comunità Calabrese. Tale premura deriva dalla necessità di organizzare le risorse per la gestione di possibili urgenze cardiovascolari, che dovessero determinarsi sul territorio regionale durante questo periodo d’emergenza pandemica. Operativamente se in questi giorni viene inviato presso il Sant’Anna Hospital un paziente con una dissecazione aortica o infarto miocardico acuto, in qualità di management di tale azienda, siamo eticamente, professionalmente ed operativamente pronti a riceve il paziente ma legalmente non abbiamo alcuna certezza per accettare il paziente».