Cardiologia, medico di Catanzaro individua valore Ecg per prevenire rischio arresto cardiaco improvviso
La sindrome di Brugada è una tra le più temibili sindromi aritmiche su base congenita che comporta un’anomalia dell’attività elettrica del cuore e predispone al rischio di morte cardiaca improvvisa. Si tratta di una patologia molto rara, si stima che l’incidenza della sindrome di Brugada nel mondo sia di 5 casi ogni 10.000 individui. Gli eventi avversi riguardano soprattutto soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, e sono 8 volte più frequenti negli uomini, ma in presenza di alcuni fattori di rischio colpiscono anche soggetti più giovani e in età pediatrica. La maggior parte dei pazienti con diagnosi di sindrome di Brugada è asintomatica, al momento dell’accertamento non ha una storia di sincope o arresto cardiaco rianimato e non presenta difetti strutturali del cuore. Tutto ciò rende estremamente difficile prevedere la manifestazione di aritmie fatali. L’équipe di aritmologia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il SSN, ha recentemente pubblicato uno studio sulla prestigiosa rivista American Journal of Cardiology che conferma l’attendibilità di un parametro ECG denominato dST-Tiso, già identificato dallo stesso gruppo di studio nel 2020, nel predire l'inducibilità di aritmie ventricolari fatali in pazienti con sindrome di Brugada non accertata. “Nel 2020 abbiamo pubblicato i primi risultati di osservazione di questo parametro, da noi identificato per la prima volta analizzando un campione di pazienti che non presentavano il pattern tipico della Sindrome di Brugada (che consiste in ECG compatibile, familiarità e storia personale di sincope) e sui quali si è reso necessario eseguire l’esame con farmaci che bloccano i canali del sodio (flecainide o ajmalina) e che nei soggetti affetti mettono in evidenza il segno di Brugada - la tipica onda del tracciato che identifica la sindrome-. A distanza di due anni abbiamo pubblicato i risultati di un primo follow-up, che confermano che un valore del parametro dST-Tiso superiore a 300 millisecondiè un potente predittore di inducibilità di aritmie ventricolari, con una elevata sensibilità (92,0%) e specificità (90,2%), ovvero con elevati livelli di accuratezza diagnostica - spiega il dott. Saverio Iacopino, di Catanzaro, Coordinatore dell’Aritmologia del Maria Cecilia Hospital di Cotignola e autore dello studio -. Attualmente il nostro sforzo è concentrato sulla raccolta di ulteriori dati di follow-up e sulla creazione di una rete di ricercatori interessati a lavorare sul progetto, confortati dalle osservazioni preliminari che sono risultate sorprendenti: ad un anno dalla rilevazione, 5 pazienti con l’intervallo dST-Tiso positivo (ovvero superiore a 300 millisecondi) su un totale complessivo di 76 osservati hanno effettivamente avuto un evento di aritmia ventricolare trattata con defibrillatore, mentre nessuno di quelli con indice negativo ha avuto sintomi al follow-up. In altre parole, sono state salvate 5 vite, 5 individui asintomatici che, in altro modo, sarebbe stato difficile identificare e trattare preventivamente”.