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Sanità in Calabria, diffida dei sindacati sulle visite “a tempo”

I sindacati alzano un muro contro il decreto della struttura commissariale calabrese che fissa tempistiche stringenti per visite ed esami diagnostici in campo sanitario. Il Dca 345/2024, pensato per agevolare l’abbattimento delle liste d’attesa, prevede, per esempio, il limite di 20 minuti per l’esecuzione di una prima visita cardiologica, ginecologica o oculistica, 30 minuti per una risonanza del cervello anche se eseguita con mezzo di contrasto; 15 minuti per un ecocolordoppler dei tronchi sovraortici sia se l’esame si esegue a riposo che dopo prova fisica o farmacologica, 15 minuti per un elettrocardiogramma dinamico e 30 minuti per un test cardiovascolare da sforzo. Senza contare poi i vincoli temporali previsti per tomografie, spirometrie, mammografie, risonanze magnetiche, ecografie, biopsie, colonscopie, polipectomie, Tac, esofagogastroduodenoscopia, elettromiografia.
Modalità ritenute non congrue da alcune organizzazioni sindacali («non si può trattare la salute dei pazienti con il cronometro in mano» è stato il commento più ascoltato negli ultimi giorni) e, in particolare, dall’Anaao Assomed che nei giorni scorsi ha provveduto a inoltrare alla struttura guidata dal commissario-governatore Roberto Occhiuto una formale diffida, chiedendo la revoca del provvedimento. Qualora nei termini indicati nell’atto non si avrà alcun riscontro, è intenzione dell’Anaao Assomed procedere attraverso le sedi giudiziarie competenti sia per ottenere l’annullamento del decreto davanti al Tar Calabria - in altre regioni come il Lazio i giudici hanno valutato come illegittime misure simili - e sia in ordine alla condotta antisindacale innanzi al giudice del lavoro.

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