Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 02 Agosto 2025

Tragedie e sanità in Calabria: lo Smi chiede dimissioni ai vertici del sistema sanitario regionale

ambulanza

In una Calabria attraversata da tragedie recenti e dal persistente senso di abbandono, si alza forte la voce del Sindacato Medici Italiani (SMI) della provincia di Catanzaro. Dopo la morte di Serafino Congi lo scorso gennaio e il drammatico decesso della giovane Carlotta avvenuto solo due giorni fa, lo SMI lancia un grido d’allarme che si fa anche accusa politica e gestionale. "Ogni giorno sfioriamo il dramma, e sembra che tutto possa accadere da un momento all’altro, a chiunque. Non possiamo continuare a vivere nell’angoscia e nella rassegnazione", scrive il dottor Saverio Ferrari, delegato SMI dell’Asp di Catanzaro. Un sentimento di impotenza – sottolinea – pervade i cittadini calabresi, troppo spesso abituati a sperare soltanto di cavarsela, senza poter contare su una sanità efficiente. Lo scenario delineato è quello di una sanità regionale inadeguata, inefficiente, priva di trasparenza e pianificazione. Secondo lo SMI, è necessario andare oltre l'attesa della magistratura e delle sue eventuali determinazioni in merito alle responsabilità penali: serve una scossa civica, un'azione corale da parte dei cittadini, un atto di orgoglio collettivo che chieda, con forza, che queste tragedie non si ripetano più. Il dito è puntato contro la politica regionale, l’Azienda Zero e le cinque Aziende sanitarie provinciali della Calabria. "È doveroso che ciascuna di queste entità – scrive lo SMI – spieghi pubblicamente e nel dettaglio la propria programmazione sanitaria, assumendosi la responsabilità politica e gestionale degli ultimi anni." Un invito che diventa monito: se non sono stati capaci di garantire la sicurezza e l’efficienza del sistema sanitario, facciano un passo indietro. Da qui, la richiesta ufficiale del Sindacato: le dimissioni dell’On. Roberto Occhiuto dal ruolo di Commissario al piano di rientro sanitario, del Direttore Generale e del Direttore Sanitario di Azienda Zero, oltre che dei vertici delle cinque Asp calabresi. Un atto che, secondo lo SMI, sarebbe il minimo sindacale per riconoscere una responsabilità che – se anche non penale – appare politicamente evidente. La Calabria, conclude Ferrari, non può più permettersi il lusso del silenzio e dell’inerzia. Ora è il tempo delle risposte, delle assunzioni di responsabilità e – se necessario – delle dimissioni.

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