Dio disse alla donna: «Partorirai con dolore». «Ma le donne come me, che hanno difficoltà nel procreare, il dolore lo vivono molto prima di averlo, quel figlio che partoriranno soffrendo... un dolore metaforico, certo, ma non per questo meno straziante, quello del calvario che dobbiamo affrontare, dalla paura di non riuscire alle trafitture sul ventre per la “stimolazione”, dai tentativi andati a vuoto al pellegrinaggio, sofferto e costoso, in cliniche di città lontane che speri ti possano aiutare, ma senza certezze, senza il sostegno dei familiari e con quel senso di frustrazione che ti perseguita ovunque». Sulla Gazzetta del Sud in edicola oggi, parla così Maria, nome di fantasia che per riguardo alla privacy attribuiamo a una madre che ha acconsentito a raccontare la sua storia «per far capire alle altre quanto siano fortunate» ad avere oggi in Calabria un centro pubblico di terzo livello (l’unico della regione) per la procreazione medicalmente assistita come quello che mercoledì prossimo sarà inaugurato all’ospedale Pugliese. Un centro dove i pazienti (il percorso è rigorosamente di coppia) dovranno pagare solo il ticket.