Venerdì, per il secondo anno consecutivo, vigendo il divieto di culto dell’ordinario diocesano, non si terrà presso la Villa della Gioia di Paravati nessuna celebrazione religiosa per ricordare il compleanno della Serva di Dio Natuzza Evolo. Divieto che in occasione di altri appuntamenti come i raduni di preghiera di maggio e novembre aveva ottenuto da parte dello stesso vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Lugi Renzo delle deroghe con l’affidamento dell’organizzazione delle celebrazioni religiose alla locale parrocchia della Madonna degli Angeli. Nonostante tutto si prevede che, comunque, a Paravati i pellegrini arriveranno lo stesso in gran numero per pregare davanti alla tomba della mistica e per assistere alle 18 all’evento musicale “Ricordando Natuzza” del Concert Band di Melicucco, diretta dal maestro Maurizio Managò (soprano Caterina Francesse, al flauto Alessandro Carere e al clarinetto Michele Giovinazzo) con il commento di Franca Falduto. Natuzza Evolo vide la luce il 23 agosto del 1924 in una modesta casa di Paravati composta da due vani e in una realtà segnata dal più completo abbandono, dalla dimenticanza delle istituzioni preposte e della piaga dell’emigrazione verso le Americhe. Al primo vagito si pensò che la piccoletta avrebbe vissuto solo pochi giorni. La salute della nascitura agli occhi della levatrice del paese era apparsa, infatti, come tanti altri neonati di quegli anni, cagionevole, al punto che il giorno dopo la bimba ricevette nel giro di poche ore, con il consenso della madre Filomena Maria Angela Valente e degli altri parenti più stretti, il battesimo nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Giusto quindici giorni prima il padre Fortunato Evolo, come tanti altri cittadini del luogo era partito per l’Argentina senza mai fare più ritorno nella su terra natia. La piccola Fortunata Evolo riuscì invece, contrariamente a quel primo sommario responso della levatrice, a sopravvivere fino a diventare negli anni a venire la protagonista umile e silenziosa di un’esistenza segnata dalla fede e tutta vissuta per dare conforto ai sofferenti e agli ultimi e con una serie di doni straordinari come le emografie, la bilocazione che le consentiva di apparire contemporaneamente, in più posti diversi, la preveggenza i colloqui con Gesù, la Madonna, gli angeli e costanti contatti con il mondo dei defunti e, in particolare, con Padre Pio di Pietralcina e San Francesco di Paola. La sua morte è avvenuta il primo novembre del 2009. Da allora la sua tomba è meta costante di tanti pellegrini. Il sei aprile scorso il vescovo monsignor Luigi Renzo, dopo aver ottenuto il via libera da parte del Vaticano, ha insediato ufficialmente nella Villa della Gioia, davanti alla chiesa che aspetta di essere aperta al culto, il tribunale diocesano che dovrà occuparsi della sua causa di beatificazione.