Anna Staropoli, concittadina del capoluogo ha compiuto cento anni. E così, oggi, i familiari più stretti e l’amministrazione comunale le hanno reso omaggio. L’anziana concittadina è nata a Zambrone il 2 giugno 1920. Ha sempre vissuto nella località Piscopio dove ha condotto una vita orientata dalla semplicità e da valori antichi.
Mamma di 8 figli, nonna di 15 nipoti e bisnonna di 15 pronipoti, si sposò nel lontano 1940 con Domenico Landro, anche lui di Zambrone e scomparso nel 2001. Dei suoi figli due vivono a Zambrone (Domenica e Michelangelo) e gli altri sei in Lombardia (Pasquale, Antonio, Francesco, Rosaria, Cono, Marianna). Ha sempre lavorato in campagna insieme al marito.
All'età di 26 anni, nel 1948, i suoi genitori, il fratello e la sorella emigrarono in Argentina, mentre lei rimase a Zambrone, decise di non partire oltreoceano, preferì rimanere e non abbandonare la sua terra. Frequentò la scuola un solo giorno. Ma fu una brava autodidatta, in quanto imparò da sola, con qualche piccolo aiuto della parrocchia, a leggere.
Lo fece per leggere, senza alcuna intermediazione, le lettere che il marito gli mandava dal fronte di guerra, nel corso del secondo conflitto mondiale. Anna Staropoli, qualche anno fa, fu anche protagonista di una testimonianza immortalata nel libro “C’era una volta Zambrone. Alla ricerca dei frammenti di un vecchio mondo”.
Raccontò le vicende del suo matrimonio con dovizia di particolari: «Per trovare un buon partito -affermò- bisognava essere prima di tutto serie». Un valore, quello della serietà, che era considerato, evidentemente, sacro. Una traccia, insomma, di un lontano passato, che se da un lato conferma la frugalità dei costumi, dall’altro evidenzia una ricchezza di umanità senza tempo. La cerimonia per il centesimo compleanno si è svolta in forma strettamente privata per l’emergenza Covid 19.
Tuttavia, oltre ai familiari residenti a Zambrone erano presenti sia il parroco di Zambrone, don Luigi Scordamaglia, sia il primo cittadino Corrado L’Andolina, in veste ufficiale. Il primo le ha fatto dono di un ritratto di Gesù. Il secondo, di cento rose e di una targhetta ricordo. Bagliori di un mondo antico che suscitano nostalgia e tenerezza, ma soprattutto, rafforzano i beni più preziosi, quelli dati dai legami familiari e di amicizia.
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