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Un ibis sacro avvistato a Tropea, l'appello del WWF: "Lasciamolo tranquillo"

L’atteggiamento confidenziale dimostrato nei confronti dei curiosi, denota le origini semidomestiche dell’esemplare, evidentemente abituato alla presenza dell’uomo. Ma l'appello è a non disturbare il raro esemplare

Un ibis sacro è stato avvistato a Tropea, l'invito è a lasciarlo tranquillo per non metterlo in pericolo. WWF e veterinari raccomandano di mantenere sempre una certa distanza per consentire all’animale di alimentarsi tranquillamente, senza essere costretto a continui spostamenti che si tradurrebbero in un inutile dispendio di energie, con successivo indebolimento per denutrizione e le gravi conseguenze del caso.

Il periodo della migrazione primaverile è iniziato alla grande: da tutta la Regione arrivano al WWF segnalazioni di uccelli, soprattutto rapaci, che dall’ Africa si recano nel nostro continente per la riproduzione, ma un uccello del tutto particolare ha subito suscitato la curiosità dei primi cittadini di Tropea che lo hanno visto aggirarsi nella zona del porto, tanto da chiedere l’intervento dei veterinari, temendo fosse ferito o in difficoltà.

Dopo la prima segnalazione da parte della signora Giuliana Caruso, i dottori Domenico Cocciolo e Anna Maria Caruso constatavano infatti la presenza di un grosso “trampoliere “ bianco e nero con il lungo becco arcuato e contattavano il naturalista del WWF Pino Paolillo per concordare il da farsi e un eventuale recupero, vista l’eccezionalità dell’evento. In effetti Paolillo non ricorda avvistamenti di Ibis sacro (Threskiornis aethiopicus) in Calabria, una specie originaria dell’Africa subsahariana, ora estinto in Egitto, dove però ai tempi dei faraoni era diventato il simbolo di Thot, il dio della luna, della saggezza e della conoscenza.

Negli ultimi secoli la specie è stata ampiamente allevata negli zoo e nelle collezioni di uccelli acquatici in Europa, tanto che in Francia si è naturalizzato con poche centinaia di coppie e ha cominciato a riprodursi anche in alcune zone del Nord Italia, per cui si può ipotizzare la provenienza semidomestica dell’Ibis di Tropea da una di queste località, essendo una specie esotica ormai in espansione. Per fortuna i veterinari giunti sul posto hanno potuto monitorare il comportamento dell’Ibis, constatandone la capacità di involo, tanto da posarsi sui rami di una grande pino. L’atteggiamento confidenziale dimostrato nei confronti dei curiosi, denota le origini semidomestiche dell’esemplare, evidentemente abituato alla presenza dell’uomo.

Ciononostante, il naturalista del WWF e i veterinari raccomandano di mantenere sempre una certa distanza per consentire all’animale di alimentarsi tranquillamente, senza essere costretto a continui spostamenti che si tradurrebbero in un inutile dispendio di energie, con successivo indebolimento per denutrizione e le gravi conseguenze del caso. Un appello, quello a non disturbare il raro esemplare, fatto proprio dal primo cittadino, Giovanni Macrì.

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