Per oltre un mese Vera ed Emil, una coppia di lituani, ha vissuto nel borgo di Badolato, sfruttando le possibilità offerte dalle nuove frontiere dello smart working. L’ultima tendenza, accentuata dalla pandemia, è quella del nomadismo digitale, un modo stimolante di unire viaggio e lavoro, che si sposa con le nuove opportunità del digitale e con l’idea di lavoro flessibile, innovativo, accessibile. Vera ed Emil hanno voluto sperimentare questa nuova formula lavorativa, che consente loro di non rinunciare alla loro passione per i viaggi e per l’esplorazione di sempre nuove mete.
A Badolato, Vera ed Emil sono arrivati, dopo aver deciso di trascorrere un mese nel Sud Italia, in Calabria, di cui avevano sempre sentito parlare, ma senza mai averla potuta visitare. Una foto che ritrae Badolato, scattata con un drone e pubblicata su un sito, ha immediatamente catturato la loro attenzione e i loro cuore.
«Abbiamo così deciso che avremmo voluto sperimentare cosa vuol dire vivere in un gioiello di borgo piccolo, bello e medievale, praticando il south working», hanno raccontato a Guerino Nisticò, curatore dei canali social e web della community turistica “Badolato slow village”. Da molti anni, infatti, a Badolato, si registra la presenza di tanti nuovi cittadini, sia italiani che stranieri, che hanno deciso di trasferirsi permanentemente o in forma temporanea nel suggestivo borgo, divenuta da tempo non solo meta del turismo classico, balneare, ma luogo scelto per un “buen retiro” di chi sceglie di cambiare stile di vita, abbracciando i ritmi lenti e mediterranei della Costa ionica.
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