Si sente «un privilegiato» perché, nonostante le sue condizioni di salute non siano proprio delle migliori, continua a lavorare; continua a sedersi al posto di comando della sua azienda tra una chemio e l’altra, continua «a fare quello che ho sempre fatto».
E il tempo che scorre un imprenditore 76enne di Messina intende incanalarlo anche e soprattutto in una direzione che porta dritta a Paravati, nei luoghi cari a Mamma Natuzza. Perché proprio nel complesso di Villa della Gioia la Serva di Dio aveva intenzione di realizzare un centro per i malati terminali con annesse casette per dare sostegno alle famiglie. Un progetto segmento di un disegno divino che riporta al 1944 quando la Madonna, apparsa a Natuzza, le fece vedere cosa sarebbe sorto a Paravati con strutture al servizio dei bisognosi, dei malati terminali e dei giovani nei terreni attorno al luogo dove sarebbe sorta la grande chiesa, cuore pulsante del progetto divino.
Negli anni si è parlato della realizzazione di un centro per malati terminali, un’idea in un certo qual modo accantonata negli ultimi tempi a causa delle difficoltà dovute alla pandemia e alla crisi, che l’imprenditore messinese “rispolvera” con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni, di creare sinergie in grado di rendere possibile l’impresa, di «rinverdire un ricordo che sembra essersi appassito».
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