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Da Zagarise alla “Hall of fame” della gelateria mondiale

Il 38enne ha vinto numerose competizioni internazionali con un cono al gusto del mandarino tardivo di Calabria

Eugenio Morrone

È il miglior gelatiere al mondo, Eugenio Morrone, 38 anni, originario di Zagarise, ma trapiantato a Roma, dove è titolare della nota gelateria “Il cannolo siciliano” in piazza Roberto Malatesta. Morrone, medaglia d’oro alla Coppa del mondo di gelateria, come componente del team che ha rappresentato l’Italia, primo per due anni nel ranking mondiale, è entrato a far parte della Hall of fame di Gelato Festival World Ranking, ovvero nella graduatoria del Gelato Festival World Masters, Carpigiani e Sigep che rappresenta il concorso più importante a livello mondiale nel settore.
«È una soddisfazione enorme – osserva commentato il prestigioso riconoscimento conquistato – . Questo premio significa entrare nell’olimpo del gelato ed arriva a coronamento di una serie di premi vinti dal 2016 ad oggi. Sono stato già due volte campione italiano e due volte campione europeo. Ho vinto tutto quello che c’era da vincere».
«Il gusto che più mi ha rappresentato – aggiunge – e con il quale mi sono imposto nelle gare sin dall’inizio è quello del mandarino tardivo di Calabria, un prodotto della mia terra che ho cercato di valorizzare con alcune accortezze. È andato sempre molto forte anche il gelato al pistacchio, ma i sorbetti sono stati sempre il mio punto di forza. Nei miei sorbetti c’è l’80% di frutta selezionata e lavorata con tecniche particolari, fra tradizione e innovazione».
Ma com’è nata la passione per il gelato di Eugenio?
«Da ragazzo – racconta – in Calabria, d’estate mi capitava di lavorare nelle gelaterie. Ho lavorato a Tropea e Sellia Marina, sia nei laboratori che al banco. L’esperienza al banco è stata importantissima, per capire le emozioni del consumatore. Conclusa la scuola superiore, dopo un’esperienza in Sicilia, mi sono trasferito a Roma, la città che mi ha adottato, e mi sono iscritto alla facoltà di Scienze motorie, volevo entrare a lavorare nel mondo del calcio, ma per mantenermi agli studi, come fanno molti studenti calabresi fuori sede, lavoravo nelle gelaterie. Ho conosciuto un consulente del settore che mi ha dato consigli e suggerimenti preziosissimi e dal quale ho imparato il mestiere. Poi un giorno mi sono infortunato e questo avrebbe rallentato il mio percorso universitario; io ho interpretato questo avvenimento come un segno del destino e quella che era all’inizio solo una passione, è diventata il mio lavoro, la mia professione».
«Per fare un buon gelato – aggiunge – bisogna capire i sapori e i gusti meglio degli altri; essere calabrese e, in particolare, essere cresciuto in un piccolo paese come Zagarise è stato fondamentale per comprendere l’autenticità e la genuinità dei prodotti. In una delle prime competizioni, a Roma, nessuno avrebbe scommesso su di me, ma ho spiazzato tutti presentando un sorbetto al mandarino tardivo di Calabria, al quale avevo abbinato un po’ di zenzero e della menta piperita, senza alterare il gusto principale. È stato un successo. La mia terra mi aveva portato fortuna. Io ci tengo a rimarcare le mie origini, lo faccio sempre, l’ho fatto di recente anche nell’intervista rilasciata a Forbes, nella quale ho tenuto a precisare che sono di Zagarise. Prima o poi tornerò giù in Calabria e mi piacerebbe aprire una gelateria proprio nel mio paese».

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