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"Natale non è solo una data", il messaggio d'auguri del vescovo di Mileto

Natale non è solo una data. "E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri".

"Carissime sorelle e carissimi fratelli - scrive mons. Attilio Nostro rivolgendosi ai propri fedeli - tra pochi giorni faremo memoria del giorno in cui Dio ha posto la sua dimora in mezzo a noi. Non è solo una data, un evento passato, un ricordo sbiadito da ravvivare…. È appropriarsi, fare proprio, accogliere questo Dono che è per noi! A noi sta solo aprire, anzi spalancare occhi, mente e cuore per accorgercene! Questo bimbo non è solamente per Maria e Giuseppe: lui è l’Emmanuele, il 'Dio-con-noi' che fa della sua presenza la novità dirompente destinata a cambiare per sempre l’esistenza dell’uomo! Dio diventa UOMO, assume quella condizione umana che noi percepiamo come peso opprimente Dio diventa un uomo ed è POVERO, fa sua la condizione più limitata e umiliante Dio diventa un uomo ed è STRANIERO per i suoi, non accolto come luce familiare Dio diventa un uomo ed è PERICOLOSO, percepito come un Re che minaccia Erode, come un sacerdote che minaccia il potere dei Sadducei del Tempio Ma la povertà di Dio sarà la nostra RICCHEZZA, perché è Lui la Parola che rende ricco l’umile Ma il rifiuto opposto dai suoi è la nostra SALVEZZA perché in Lui nessuno è straniero e lontano Ma la pericolosità di Dio sarà la nostra CONVERSIONE perché Dio si manifesta come un Bimbo! «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima - affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc2,34-35). Simeone, ispirato dal Signore, pronuncia queste parole esplicative del ruolo unico e decisivo ricoperto da Gesù ancora oggi nella vita dell’uomo. La 'spada' è proprio Lui, Gesù, che è la Parola di Dio che 'è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore' (Lettera agli Ebrei 4,12). Questa Parola, questa spada è qui per disarmare i nostri ragionamenti che conducono alla guerra, alla separazione, alla distanza, al giudizio. Accogliere questo bimbo tra le nostre braccia significa abbandonarci a un Dio che si affida a noi per insegnarci ad amare, per insegnarci a regnare, per insegnarci a pregare! Continuamente Gesù richiama questa urgenza di imparare a leggere i segni dei tempi: 'Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?' (Lc 12,56). Luigi Giussani, fondatore, negli anni Cinquanta del movimento di Comunione e Liberazione, ha sempre sollecitato nel cuore dei giovani che incontrava la stessa domanda che Dio aveva posto ad Adamo nel giardino dell’Eden: 'Adamo, dove sei?'. Per questo è fondamentale rispondere alla domanda: 'Dove ci si può ritrovare?'. La persona riscopre sé stessa in un incontro vivo con una presenza capace di fargli rinvenire la propria originalità: ragione (coscienza del senso) e affettività (inesauribile tensione ad esso). Il potere ha proprio come programma quello di far perdere la semplicità della natura della persona. In questo senso, si capisce come tutto il problema morale consista nel non esser complici del potere, cioè nel non sottrarsi all’attrattiva offerta dall’ideale. Questo avviene solo se ci si coinvolge con i volti della compagnia che è stata tramite dell’incontro, perché è quest’ultimo che contiene la misura del nostro rapporto con la realtà. Perdere questa misura è il peccato, che ha come conseguenza una distanza dalla realtà. Compromettersi con la compagnia significa, in termini pedagogici, seguire questa indicazione: “Cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”. In altri termini si tratta di una dinamicità nuova nei confronti della realtà, che nasce da un giudizio nuovo (paragone con il criterio di valore, Cristo misura di tutte le cose). Questo significa vivere la vita come amore: «La ragione del mio vivere è affermare Te». Questo bambino è la chiara testimonianza di un Dono che è per noi, per la nostra felicità, per aprirci una via verso il Cielo! Questo bambino 'interroga' con questa stessa provocazione salutare anche il potere di Erode e dei sacerdoti del Tempio, e spezza l’idolatria dei Maghi e la rassegnazione dei pastori (isolati dal resto del popolo). Ma ben diversi tra loro sono gli esiti, a motivo dell’attaccamento che questi interlocutori hanno con la propria “fonte” di senso… I primi, perciò, si allontanano dal Dio fatto uomo, uccidendo la propria possibilità di dare un senso compiuto alla propria vita, mente i secondi si avvicinano con coraggio a questo mistero d’amore e rinasce il loro “io” da questo incontro! Questa mattina mi recherò alla Casa Circondariale di Vibo Valentia per ordinare tre Diaconi permanenti: Carlo, Raffaele e Domenico riceveranno il primo grado del sacramento dell’Ordine Sacro. Sarà un’occasione per lanciare ai nostri fratelli in Carcere un messaggio di speranza che annuncia la presenza di Cristo nella loro vita. Una presenza che interroga, una presenza che attende una risposta di senso da ciascuno di loro. Vi chiedo di pregare per loro, ma anche per tutti i diaconi e per tutti i sacerdoti, perché in questo periodo del Santo Natale del Signore possano essere testimoni credibili dell’amore del Dio che si fa bambino per amore! Chiediamo la luce che viene dall’alto, chiediamo nella nostra incessante preghiera che lo Spirito Santo apra i nostri occhi e ci faccia incrociare lo sguardo innocente di questo bimbo che è qui per la nostra felicità, per la nostra beatitudine. Maranathà! Vieni Signore Gesù! Amen!"

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