Ma in una terra in cui non si parla d’altro che di fuga dei cervelli ed emigrazione alla ricerca di un posto di lavoro, c’è anche chi sceglie di restare e di sfidare la sorte. Ninetta Tornatora, madre della piccola Rita, ha deciso di inventarsi una professione, partendo dalle conoscenze acquisite alle Superiori. Diplomata al liceo artistico, la giovane donna, appassionata e studiosa delle pietre, si mette alla prova e ispirata dalla bellezza della Costa degli dei, crea una particolare linea di gioielli che si richiama, per l’appunto, agli dei dell’Olimpo. Le sue creazioni sono interamente realizzate a mano e hanno i colori del mare vibonese e dei tramonti descritti da Omero nei suoi poemi. Coralli, cammei, turchesi, quarzo rosa, ametista, ambra, perle, si fondono con la mitologia greca e riportano alla luce i gioielli di Afrodite, Hera, Demetra, Artemide, Atena. "Ho capito – spiega Ninetta – che avrei potuto esprimere la mia indole e il mio estro solo nella mia terra". E così si cimenta in una “mission impossible”. I sacrifici sono tanti e altrettante sono le ore trascorse lontano dalla sua bambina. Perché se per un uomo è difficile, per una donna lo è doppiamente. Sa di rischiare moltissimo, ma ce la fa. Ora Ninetta è gratificata e sa che sta andando avanti solo grazie alle sue forze. Ma sa pure di aver anteposto la salita alla discesa non solo per sgretolare luoghi comuni e pregiudizi, ma anche per dare l’esempio, per invertire la rotta, per esortare altri giovani calabresi allo scambio, all’azione, alla contaminazione: contro fatalità, rassegnazione, accettazione passiva dell’esistente.