Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 25 Novembre 2024

Si inventa un lavoro per restare a Vibo. Ninetta Tornatora fa dell'arte un progetto di vita

Oltre 180mila giovani hanno lasciato la Calabria negli ultimi quindici anni: è quanto emerge dal rapporto annuale sull’economia di Demoskopica per la BCC Mediocrati. La perdita di capitale umano è essenzialmente ascrivibile ai movimenti verso il Centro Nord e, in misura minore, alle migrazioni verso l’estero in quanto la regione è maglia nera di giovani che non lavorano a cinque anni dalla laurea.

Ma in una terra in cui non si parla d’altro che di fuga dei cervelli ed emigrazione alla ricerca di un posto di lavoro, c’è anche chi sceglie di restare e di sfidare la sorte. Ninetta Tornatora, madre della piccola Rita, ha deciso di inventarsi una professione, partendo dalle conoscenze acquisite alle Superiori. Diplomata al liceo artistico, la giovane donna, appassionata e studiosa delle pietre,  si mette alla prova e ispirata dalla bellezza della Costa degli dei,  crea una particolare linea di gioielli che si richiama, per l’appunto, agli dei dell’Olimpo. Le sue creazioni sono interamente realizzate a mano e hanno i colori del mare vibonese e dei tramonti descritti da Omero nei suoi poemi.  Coralli, cammei, turchesi, quarzo rosa, ametista, ambra, perle, si fondono con la mitologia greca e riportano alla luce i gioielli di Afrodite, Hera, Demetra, Artemide, Atena. "Ho capito – spiega Ninetta – che avrei potuto esprimere la mia indole e il mio estro solo nella mia terra". E così si cimenta in una “mission  impossible”. I sacrifici sono tanti e altrettante sono le ore trascorse lontano dalla sua bambina. Perché se per  un uomo è difficile, per una donna lo è doppiamente.   Sa di rischiare moltissimo, ma ce la fa. Ora   Ninetta è gratificata e sa che sta andando avanti solo grazie alle sue forze.  Ma sa  pure di aver anteposto la salita alla discesa non solo per sgretolare luoghi comuni e pregiudizi, ma anche per dare l’esempio, per invertire la rotta, per esortare altri giovani calabresi allo scambio, all’azione, alla contaminazione: contro fatalità,  rassegnazione,  accettazione passiva dell’esistente.

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