In un bagno di folla e in un clima di grande festa il Consiglio comunale di Catanzaro ha conferito questa sera la cittadinanza onoraria a Massimo Palanca, leggendario numero 11 della squadra che per tanti anni, tra la fine dei '70 e gli inizi degli '80, ha militato in serie A, prima squadra calabrese a raggiungere questo prestigioso traguardo. La cittadinanza onoraria a Palanca, che tra l’altro ieri ha festeggiato 70 anni (è nato il 21 agosto 1953 a Loreto in provincia di Ancona), è stata conferita dall’amministrazione comunale di Catanzaro per il profondo legame che l’ex attaccante ha costruito e consolidato con i tifosi giallorossi e con tutta la città, che gli ha sempre tributato un amore sconfinato, trasmettendo a tutte le generazioni, anche a quelle che non hanno vissuto gli anni ruggenti della squadra, il mito di «O Rey», simbolo identitario per il capoluogo calabrese. Grande emozione alla cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Palanca, al quale hanno reso omaggio anche diversi suoi ex compagni di quel Catanzaro - tra questi Adriano Banelli e Tato Sabadini - che ha segnato un’epoca e anche i vertici societari e lo staff tecnico dell’attuale Us Catanzaro, che lo scorso anno ha riconquistato i più alti palcoscenici del calcio nazionale con il ritorno in serie B e da alcuni anni sta rinverdendo i fasti del passato.
In prima fila diversi club organizzati che a Palanca sono legati storicamente da un rapporto di profondo affetto, ricambiato dall’ex attaccante del Catanzaro, famoso per la sua tecnica sopraffina, il suo sinistro mortifero, e la capacità di segnare gol direttamente dal calcio d’angolo (nella sua carriera gli addetti ai lavori ne ricordano ben 13): Palanca ha giocato in diverse squadre importanti, come il Napoli, ma è a Catanzaro siglando con la maglia giallorossa 137 reti in 367 partite, tra gli anni '70 e '80, record imbattuto per la squadra del capoluogo calabrese. Palanca, che nel 2011 aveva già ricevuto dal Comune di Catanzaro le «Chiavi della Città», è stato accolto dal sindaco Nicola Fiorita, dalla Giunta e dal Consiglio comunale nella sala della Provincia: al suo arrivo in aula un lunghissimo e colorissimo applauso, in pratica una ovazione, ha salutato l’ex bomber giallorosso, che era accompagnato dalla moglie ed è apparso particolarmente emozionato, soprattutto nel momento in cui il dg dell’attuale società del Catanzaro, Diego Foresti, ha consegnato a Palanca la sua maglia numero 11 che viene ufficialmente ritirata dalla società giallorossa. Ne saranno venduti solo 111 esemplari negli store ufficiali, in campo nessun altro vestirà mai più la 11. Nel corso della cerimonia sono stati ricordati anche, con un minuto di raccoglimento, due esponenti del mondo del calcio recentemente scomparsi che hanno legato il loro nome al Catanzaro: Carletto Mazzone, che guidò il Catanzaro a fine anni '70 (allenò il Catanzaro che espugnò l’Olimpico di Roma nel 1979 con una tripletta proprio di Palanca) e Francesco Scorsa. All’atto della votazione della cittadinanza onoraria, approvata all’unanimità del Consiglio comunale, dai tanti tifosi presenti è partito il coro «O Rey» all’indirizzo di Palanca. Così il sindaco Fiorita ha motivato il riconoscimento alla bandiera giallorossa: «Palanca è stato l’eroe di Catanzaro e di tutta la Calabria, è stato un laboratorio di sogni, un paladino delle nostre speranze, un rifugio delle nostre angosce, è stato molto di più di un calciatore». A sua volta, Palanca ha ringraziato l’amministrazione comunale e tutti i presenti, sottolineando come «mi sento parte di questa città, il vostro affetto mi fa capire che ho fatto qualcosa di buono, il mio auspicio è che Catanzaro possa crescere sempre di più, invito tutti gli amministratori a lavorare per farla ridiventare il capoluogo della Calabria».
L'apprezzamento del presidente del Consiglio regionale
“Meritatissimo, dopo aver ricevuto nel 2011 l’onorificenza delle 'Chiavi della Città', il conferimento della cittadinanza a Massimo Palanca, il cui legame speciale con Catanzaro non è mai venuto meno. Auguri, anche da parte del Consiglio regionale che rappresento, per i suoi 70 anni”. Afferma il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
“Undici campionati con il Catanzaro tra A, B e C, 115 gol, a cui bisogna aggiungere 21 reti in Coppa Italia, tre titoli di capocannoniere (in B, in C e in Coppa Italia), uno di vicecapocannoniere in A, due promozioni nella massima serie, una in B e, inoltre, un cameo indimenticabile: la tripletta rifilata all’Olimpico alla Roma, il 4 marzo del 1979. Sono riferimenti che fanno di Palanca, ancora oggi, il calciatore più amato e che, più di ogni altro, ha rappresentato l’epoca dorata dell’US Catanzaro, divenendone un simbolo indimenticabile non solo per le prodezze calcistiche, ma anche per essere stato interprete autentico dei valori etici dello sport, correttezza, onestà, rispetto per gli avversari”.
Sottolinea Mancuso: “Un tuffo nella memoria, il conferimento della cittadinanza a un alfiere del ‘calcio romantico’ e, al contempo, un viatico per il futuro, ora che il Catanzaro ha riconquistato i più alti palcoscenici del calcio nazionale con il ritorno in serie B, onorato all'esordio con un ottimo pareggio in casa della Cremonese”.
Infine: “L’industria del calcio è una risorsa importante, che sollecita il coinvolgimento di cittadini, istituzioni, categorie professionali, forze economiche e sociali, ma anche scuole e Università che, all’insegna dell’etica sportiva, possono ottimizzare i benefici e migliorare la qualità della vita. L’auspicio è che il campionato cadetto sia da sprone per tutti noi, affinché si possano valorizzare le potenzialità di cui il capoluogo della Calabria dispone in ogni settore”.
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