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Favelloni, il commosso saluto a don Andrea Campennì: "Hai camminato con noi guidandoci con affetto e pazienza"

Le aspettative erano tante ed alla fine la comunità di Favelloni ha risposto alla grande. Ieri sera, in occasione della Messa di saluto di don Andrea Campennì, la Chiesa intitolata a San Filippo d’Agira era gremita di persone come solo durante i festeggiamenti del Santo Patrono. A salutare il Parroco così amato e stimato dai fedeli, anche rappresentanti delle realtà parrocchiali vicine come quella di Cessaniti, Pannaconi, San Cono, San Marco, Mantineo, Sciconi e Conidoni.

Una celebrazione molto sentita e carica di emozioni, tanti gli occhi lucidi, per un legame durato sei anni, che ha generato una serie lunghissima di attività ed iniziative parrocchiali, che cammineranno anche oltre la presenza fisica di Don Andrea nella Parrocchia di Favelloni. Don Andrea è stato un testimone di vita, un fratello ed un padre nella grande famiglia che è la parrocchia e perciò dire grazie a te, Don Andrea, è dire grazie a Dio, per essersi preso cura della nostra comunità attraverso una persona, un volto, una voce, un cuore ben precisi. Un ringraziamento per tutto quello che hai fatto per i fedeli di Favelloni, perché un vero parroco è proprio come lei: un’autorità gentile e premurosa che ha a cuore le storie dei suoi fratelli e delle sue sorelle; una guida capace e stabile. Gli insegnamenti ricevuti non smetteranno mai di guidarci, le parole di conforto ci rassicureranno ancora. Molto toccante il momento dell’offertorio, durante il quale la Comunità ha omaggiato il Parroco di una casula, che lo stesso ha subito indossato e che, ringraziando tutti, ha manifestato la volontà di indossarla durante le funzioni più importanti, proprio in ricordo dei bellissimi anni passati con la popolazione.

Una comunità quella di Favelloni, o meglio dire una famiglia, come ha precisato durante la lunga lettera dei saluti alla Comunità, che durante gli anni sotto la sapiente guida di Don Andrea, ha avuto una crescita religiosa, che si è evoluta verso una unione fraterna, che è diventata un punto cardine della vita di questo piccolo paesino. L’auspicio unanime che si è manifestato ieri e quello che, i tanti progetti avviati, i tanti obiettivi raggiunti, le tante iniziative ancora in essere, non vengano messi in discussione fino a farli deflagrare definitivamente, da una futura gestione che, al momento, appare alquanto instabile e provvisoria. Un sacerdote che si limita solo a celebrare la Messa, sarebbe un’offesa nei confronti di Dio, prima che dei fedeli. L’incertezza sul futuro, non la meritano i devoti di Favelloni, non lo merita la storia di Favelloni.

Perché al di là delle attività religiose che sono state un punto di riferimento del cammino pastorale di questi anni, le attività oratoriali hanno avuto un successo enorme: dai Gr.Est. con centinaia di bambini ed animatori, per passare all’apprezzatissima rappresentazione della Passione Vivente, dal Presepe Vivente fino allo Zecchino d’oro per i più piccoli, dai tanti laboratori di inglese, di musica, di decoupage alla costruzione del campetto di calcio, dalla squadra di calcio per i più piccoli, dalla famosissima Sagra del Pesce Spada fino ad arrivare al fiore all’occhiello di tutto il circondario ovvero l’oratorio intitolato a San Giovanni Paolo II, fortemente voluto dalla lungimirante intuizione di don Andrea ed oggi diventato il fulcro di tutte le iniziative e le attività parrocchiali e comunitarie.

Tanti auguri Don Andrea di un fecondo e proficuo apostolato nelle sue nuove Comunità e davvero grazie per l’amore incondizionato che ci hai regolato in questi indimenticabili anni. Quella di ieri sera però non è il finale di una storia triste, ma la degna conclusione di un percorso avviato da un Parroco che, “era arrivato in punta di piedi, come si addice alle persone sagge, se ne va con gli onori della gloria come si deve solo a chi ha lasciato un segno indelebile del proprio passaggio e del proprio operato”.

La commossa lettera letta durante la celebrazione

Durante la celebrazione eucaristica, la comunità di Favelloni ha salutato don Andrea Campennì con una lettera letta da Pasqualino Mazzitelli:

"Don Andrea carissimo, pur riconoscendo le nostre povere capacità a mettere per iscritto ciò che abbiamo nel cuore, vogliamo dirti, con la semplicità che ci caratterizza, che ti vogliamo bene ed esprimerti la nostra profonda gratitudine. Questo non deve e non vuole essere un momento cupo, triste, deprimente, ma deve essere un momento di festa perché un servo di Dio che ben ha seminato in questa nostra comunità, ha ricevuto una nuova chiamata, un nuovo invito ad andare ad edificarne una nuova, a portare il suo messaggio. Ci sia permesso però di esprimere i nostri sentimenti e le nostre emozioni. Quegli stessi sentimenti che una famiglia prova nel vedere il proprio figlio o fratello partire, lasciare la propria casa. Tristezza, nostalgia, timore. La parola grazie in questo discorso si ripeterà più e più volte, ma mai abbastanza per dare il senso pieno dei sentimenti che ci accomunano e che vogliamo esprimerti.

GRAZIE perché, accogliendoci così come siamo, hai “camminato” con noi, guidandoci con affetto, pazienza e perseveranza. L’amore per Gesù Cristo e per il suo popolo, la Chiesa, ha fatto di te un pastore sempre attento alle persone e alle loro vicende storiche. La tua presenza “libera e discreta” è stata una benedizione di Dio per la nostra comunità. Nel segno della fede uniamo le nostre voci in un unico segno di ringraziamento a Dio, per aver dato, a noi un Parroco che ha rivelato, attraverso l’annuncio della Parola, il vero senso dell’amore. Quell’amore che Gesù predica nel suo Vangelo. Hai dimostrato di avere le idee chiare e di avere ben presente la via da seguire. Hai saputo chiedere e ottenere l’aiuto di tanti che hanno condiviso la tua visione dell’agire. Molti hanno così scoperto il piacere di sentirsi parte attiva della Chiesa e di questa comunità. Scrive San Paolo, l’Apostolo delle genti in una sua lettera ai Corinzi: “Né chi pianta, né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere”. Il seminatore rischia indipendentemente dal risultato, che sarà visibile solo in futuro. L’essenziale però non è nel raccolto, non è nell’attesa di successo, ma è nel seminare del bene, nel provarci, sempre e comunque. E questa comunità cristiana, con te, negli ultimi sei anni, ha continuato a piantare e ad irrigare, e anche tu, hai lasciato cadere la tua manciata di semi in modo convinto, fedele, coerente con la tua educazione, con la tua formazione e con il tuo percorso personale e di vita. Noi abbiamo accolto ed apprezzato i doni che in questo tempo hai saputo offrirci con rispetto ed attenzione, affrontando, in un confronto sincero, perché no, anche qualche fatica, ma comunque riconoscenti per i momenti di bene e di crescita vissuti, che, oggi in particolare, affiorano nei nostri ricordi. La tua ironia, unita a battute divertenti e mai fuori luogo, si è ben espressa anche durante le feste, i campiscuola, i pellegrinaggi e le gite, a cui molte persone, dai ragazzi agli over anta, hanno partecipato con grande piacere. È sempre delicato il momento in cui il parroco lascia la comunità per assumere un nuovo incarico, perché il sacerdote è testimone di vita, fratello e padre nella grande famiglia che è la parrocchia e perciò dire grazie a te è dire grazie a Dio, per essersi preso cura della nostra comunità attraverso una persona, un volto, una voce, un cuore ben precisi.

 

Grazie Don Andrea per il lavoro che hai svolto e per le relazioni che hai creato, per la pazienza che hai dimostrato verso di noi nel metterti in ascolto per imparare a conoscerci, a conoscere il nostro cammino formativo ed integrare con intelligenza proposte nuove nel percorso pastorale. Grazie per aver condiviso le gioie e i dolori di un pastore che ha guidato il suo gregge con saggezza ed equilibrio; non sempre è facile mediare per mantenere l’unità. Grazie per averci offerto spunti su come vivere il Vangelo, su come incontrare Gesù, nell’ascolto della Parola e nella preghiera, nella preghiera personale e comunitaria, Grazie perché in questi anni un po’ siamo cambiati noi per quello che ci hai trasmesso e donato e ci auguriamo che anche tu sia un po’ cambiato per quello che ognuno di noi e la nostra comunità, ti ha trasmesso e donato. Ogni sacerdote porta, alla vita della comunità, un proprio “colore”, uno stile unico che lo contraddistingue, come unica è ogni persona agli occhi di Dio. Tu hai portato una ventata di freschezza, di novità. Solo per elencarne qualcuna, dal presepe vivente non appena sei arrivato, ai vari greast, dalla ormai famosissima sagra del pesce spada al nostro piccolo Kolossal della Passione Vivente, ore e ore di lavoro, mesi di prove, per 3 ore di scena corollati da momenti felici vissuti insieme. Sono tante le cose realizzate, ultimo in elenco ma non per importanza l’Oratorio dedicato a San Giovanni Paolo II, centro di aggregazione sociale e spirituale non solo per la nostra piccola comunità ma anche per tutte quelle del circondario. Come non ricordare le giornate che ti hanno visto operaio tra gli operai del paese. E poi la visita agli anziani, che ogni primo venerdì del mese ti aspettavano con ansia, lo zecchino d’oro per i più piccoli, i laboratori in oratorio di inglese, di musica, di decupage …. Ecc ecc… Hai vissuto con noi il terribile momento della pandemia e hai saputo tenerci uniti ed emozionarci anche in quelle tragiche circostanze. Come non ricordare le messe su facebook, ma soprattutto quel venerdì santo che ti ha visto portare di sera e in solitudine il Cristo crocifisso per le strade del nostro paese, e la gente già attonita per le notizie che riportavano i telegiornali usciva sulla porta di casa per pregare con gli occhi pieni di lacrime. Il tempo favorisce la creazione di legami, di sintonie, di forme di collaborazione e confronto, di esperienze condivise e non condivise che arricchiscono l’esperienza della fede e dell’impegno a servizio della comunità. In questa ricchezza si inserisce il legame tra il sacerdote e i fedeli. Ringraziamo il Signore per il dono che ci ha fatto nell’averti inviato tra noi e, insieme, di avere scritto un pezzo della storia della nostra comunità parrocchiale; siamo sicuri che dove sei stato inviato svolgerai altrettanto bene l’incarico che ti è stato affidato, con la certezza che il tuo servizio porterà altrettanta grazia ai giovani e ai ragazzi che incontrerai. Siamo consapevoli che questo trasferimento sia ancora più difficile per te, anzi forse è la prova più dura che ti poteva essere chiesta. Accettandola però, pur coi dubbi ed i timori comuni a tutti gli uomini, ci hai mostrato concretamente cosa vuol dire “sia fatta la Tua volontà”.

Noi chiediamo al Signore che possa far ardere sempre più in te questo desiderio forte che hai di Lui, e ti sostenga sempre nel tuo ministero sacerdotale ovunque sarai, che ti aiuti a realizzare il disegno che ha per le comunità ti vorrà affidare, che ti metta al fianco un gruppo di persone capaci di aiutarti nella tua missione. Siamo ad ogni modo incamminati verso la stessa meta e speriamo quindi di non perderci mai di vista. Gesù disse “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi”. Essere liberi non vuol dire poter fare quello che si vuole, ma volere ciò che è “vero” con la propria intelligenza, volontà, capacità di decidere. Se dunque Lui è la Verità, e la Verità ci farà liberi, per tutto quello che hai fatto per noi, è anche merito tuo se domani potremo dire con maggiore convinzione, di essere una comunità libera e in cammino. Ti auguriamo di continuare la tua opera, il tuo ministero sacerdotale con fervore e fermezza, lasciando negli animi di tutti il segno che hai lasciato in noi".

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