Si stima che in Italia, le persone affette da malattie renali siano circa il 10% della popolazione. In Calabria, questo dato restituisce una popolazione di 180mila persone affette da nefropatie di vario genere. Di queste, 1500 sono dializzate. I dati sono stati illustrati nel corso del trentaduesimo convegno regionale di Aned onlus, l’associazione nazionale emodializzati, dialisi e trapianto che nella mattinata di ieri si è tenuto a Catanzaro. Davanti a una platea di operatori sanitari, pazienti e loro familiari, l’associazione è tornata a rappresentare pubblicamente quale sia lo “stato di salute” del sistema di cura e trapianto per chi soffre di una malattia renale. Diversi gli aspetti affrontati, ognuno con una specifica ricaduta sociale, sanitaria ed economica sull’intero sistema regionale. Come, per esempio, la difficoltà a trovare donatori di organi in Calabria, una questione che è soprattutto culturale: «Purtroppo – ha spiegato Pellegrino Mancini, direttore del Centro regionale trapianti – stiamo assistendo ad un incremento del tasso di opposizione alla richiesta di donazione. Il dato, in Calabria, si attesa attorno al 50% tra i parenti di persone purtroppo decedute per le quali non viene data l’autorizzazione all’espianto. E non solo: riscontriamo anche le opposizioni da parte di chi ha detto di no alla donazione degli organi al momento del rinnovo del documento di identità. Questo è un fatto pesante perché quel “no” chiude ogni partita. Bisogna però che si capisca che se non c’è un donatore, i trapianti non si possono eseguire: ogni donatore può salvare fino a 7 vite». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria