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Michel Ivo, la storia dell'italiano "clandestino" arrivato dalla Guinea che ha ottenuto a Crotone la carta d'identità

Da cittadino italiano a tutti gli effetti a migrante clandestino, pur di raggiungere il nostro Paese. Michel Ivo Ceresoli, nato 34 anni fa in Guinea Conakry, dall’unione tra un italiano e una giovane donna guineana, ce l'ha fatta: da pochi giorni è riuscito a concretizzare il suo sogno di possedere e mostrare con orgoglio la carta d’identità che attesta la sua «nazionalità italiana».

In Calabria Michel è arrivato, via Lampedusa, dopo un viaggio avventuroso e non privo di pericoli. Lui, come il fratello minore, è stato legalmente riconosciuto da quel genitore italiano che aveva messo su famiglia nel Paese africano dove lavorava per conto di una multinazionale italiana delle costruzioni. «Mio padre, originario del modenese - dice Michel - è stato in Guinea dal 1990 al 1996. E poi è partito per il Burundi e l’Uganda. Da quel momento non abbiamo avuto più contatti con lui. Dieci anni dopo, nel 2006, abbiamo provato a venire in Italia, ma per mancanza di mezzi e per l’assenza dell’ambasciata italiana, non ci siamo riusciti».

L’aspirazione di Michel, che intanto si è laureato, classificandosi tra l’altro tra i migliori del suo corso, in Diritto internazionale alla «Université Nongo Conakry», si scontra con un altro grande ostacolo: la chiusura della sede diplomatica italiana in Guinea dal 1998 al 2018, che impedisce di avere un visto regolare. Anche quando l’ambasciata riapre, lui non riesce a ottenere i documenti e gli appuntamenti vengono tutti rinviati. Intanto, il suo essere mezzo italiano non gli evita penalizzazioni anche nel Paese in cui è nato. «Venivo trattato - afferma Ceresoli - in modo atroce e duro. Abbiamo avuto problemi prima con mio padre e poi con le autorità italiane. Per non parlare di quelli con le autorità locali, che ci hanno rifiutato tutto perché per loro non siamo guineani. Abbiamo subito umiliazioni su umiliazioni. Nel nostro Paese era meglio morire che restare un giorno in più. Così ho deciso di usare i soldi risparmiati per prendere la via del mare».

Nel febbraio del 2023, senza dire niente a nessuno, Ivo lascia la Guinea e si affida ai trafficanti di uomini. Lungo il viaggio attraversa Mali, Niger e Algeria, dove viene arrestato ma riesce a scappare. Percorre a piedi 400 chilometri fino a Sfax, in Tunisia. Da lì, per tre volte, tenta di arrivare a Lampedusa. E ci riesce solo il 4 luglio. Michel, che parla solo francese, al suo arrivo nel nostro Paese dice alla polizia che lui è italiano. Nessuno, però, gli crede. Due giorni dopo viene trasferito al Cara di Isola Capo Rizzuto, dove finalmente trova chi lo ascolta. La Prefettura di Crotone fa così le verifiche del caso e il 22 febbraio scorso il Comune gli rilascia la carta d’identità come cittadino italiano.

«Io volevo venire in Italia - dice ancora Michel - per trovare mio padre e riscoprire finalmente le mie origini. Non voglio però creare problemi a lui e alla sua famiglia. Vorrei solo incontrarlo, se è ancora vivo, visto che dovrebbe avere 86 anni, e chiedergli perché ci ha abbandonati».

Le disavventure del giovane, però, non sono ancora terminate. Ora è fuori dal Cara, dove non poteva più restare in quanto italiano. Al suo fianco c'è l’associazione «Sabir», che gli ha trovato un alloggio temporaneo. E nel frattempo sta imparando l'italiano. É anche alla ricerca di un lavoro. «Vorrei fare venire in Italia - dice - anche mia madre e mio fratello. Senza però fargli vivere le difficoltà che ho dovuto affrontare io. Spero di riuscirci».

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