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Verzino, un raggio di sole autunnale fa scoprire la data di avvio della costruzione del Palazzo ducale

È là da tre secoli e mezzo, ma nessuno finora l’aveva notata. C’è voluto un raggio di sole autunnale e la vista acuta di un residente del posto per far scoprire la data di avvio della costruzione dell’antico palazzo ducale di Verzino che è anche sede del Municipio. Quei quattro numeri che indicano l’anno 1671, sono da 353 anni sulla facciata del monumentale edificio: incisi dalla mano incerta di uno scalpellino in uno dei blocchi di tufo incastonati nel muro principale del palazzo che guarda su Via Regina Margherita. La combinazione casuale tra il gioco di luce del sole d’autunno e il colpo d’occhio di chi ha notato quella scritta semicancellata, ha dato risposta agli interrogativi di esperti e studiosi sull’esatto anno di avvio del cantiere di costruzione del palazzo fatto erigere alla fine del XVII secolo dall’allora nuovo signore di Verzino, Leonardo Cortese che ricevette il feudo dal principe Spinelli di Cariati. “È stato un caso fortuito”, sottolinea Geppo Scalise, docente di lettere in pensione, studioso e cultore della storia locale che per anni ha cercato anche nell’archivio storico di Napoli e in quello della Chiesa diocesana, fonti certe sull’esatta data di avvio della “fabbrica” del Palazzo ducale.

“Gli storici – sottolinea l’ex docente che è stato più volta anche amministratore comunale di Verzino -  pongono la costruzione, in modo approssimativo, alla fine del Seicento”. “Pericle Maone – osserva ancora Scalise -  massimo studioso della storia del feudo di Verzino, nelle sue due pubblicazioni "Verzino, terra madre" e "Savelli, nella tradizione e nella storia", si sofferma su altre costruzioni dei Cortese, mentre non fa cenno alcuno alla costruzione del Palazzo”.

Ma dove non sono arrivati gli studiosi è arrivato il caso: “Il 12 ottobre scorso – racconta il prof. Scalise – il sig. Giuseppe Tallarico era seduto su un gradino di un'abitazione dirimpetto alla imponente costruzione, grazie alla sincronizzazione della sua vista acuta e del riflesso di un raggio di luce solare, notava un numero inciso sulla facciata del municipio”. Lo stesso Geppo Scalise era presente nella circostanza. E rivela che lo scopritore della scritta sul blocco di tufo era convinto di aver letto 1771. “Ma gli feci notare – precisa il docente in pensione – che tale data non poteva essere probatoria, in quanto a tale epoca i Cortese non erano più i duchi del Feudo di Verzino. Il successore Niccolò II era stato nel 1744 dichiarato fellone ed il feudo gli era stato confiscato”.

“Ad una successiva ripresa – continua infatti il racconto di Geppo Scalise - con uno smartphone e l’ingrandimento dell'incisione, si evidenziava in modo chiaro che il secondo numero, il 7, era invece un bel 6, per cui la data corretta era: 1671. Si poteva anche intravedere il chiodo, che era servito per l'incisione, conficcato nello stesso blocco”. Una data - aggiunge lo studioso locale - a giusta ragione da ritenere fondata, attendibile, veritiera, in quanto il capostipite Leonardo Cortese aveva acquistato il feudo nel 1668”. La particolarità della vicenda è che “l'incisione si legge solo in giornate soleggiate tra le 11 e le 12 di mattina”. “Sarebbe il caso – conclude il prof. Scalise – che la prossima amministrazione faccia installare un faretto o altro espediente per rendere la data visibile”.

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