Un appuntamento che si rinnova dal 2006, da quando il barone Ettore Gallelli di Badolato ha fondato l’unico circolo del Sud Italia per la pratica della caccia alla volpe simulata a cavallo. Un evento di grande fascino, che richiama un’antica tradizione, che si è svolto anche quest’anno nel castello Gallelli. Di antichissima tradizione, la caccia alla volpe a cavallo è un elitario sport equestre svolto in gruppo, per il quale oggi raramente ci si avvale di mute di cani, dato che è una simulazione, ovvero i cavalieri inseguono la volpe che è rappresentata da un abile cavaliere che galoppa davanti a tutti con una finta coda di volpe legata al braccio.
Dietro a una battuta di caccia alla volpe c’è, però, un grande lavoro di preparazione del tracciato che inizia almeno tre giorni prima, da parte del master, che è il responsabile dell’organizzazione della battuta, dei field master, uno o due sottoposti del master, e del “whippers-in”, quest’ultimo incaricato di regolare la battuta col suono del tipico corno da caccia. Per prender parte ad una battuta di caccia a cavallo è necessario seguire un cerimoniale molto rigoroso, anche per quanto riguarda l’abbigliamento, composto da calzoni chiari da equitazione, stivali alti sino al ginocchio, camicia bianca, la distintiva giacca rossa, e il “plastron” bloccato al collo con la caratteristica spilla. Non è un caso che siano stati i baroni Gallelli di Badolato a fondare nel 2006 l’club del genere nel meridione d’Italia, dato che questa casata vanta una lunga tradizione di cavalieri e ordini cavallereschi.
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