La Chiesa calabrese, e in particolare quella catanzarese, sono in grande fermento dopo aver appreso la notizia che monsignor Domenico Battaglia sarà creato cardinale nel corso del prossimo Concistoro del 7 dicembre. Già dalla giornata di lunedì in tanti hanno voluto manifestare al presule la propria gioia per la notizia diffusa dal Vaticano. Anche nella giornata di ieri il telefonino di monsignor Battaglia non ha smesso di squillare nemmeno per un minuto. Ai pochi che sono riusciti a parlargli, il futuro cardinale ha ripetuto quanto dichiarato ai media vaticani dopo l’annuncio diffuso dalla Santa Sede. «Diventare cardinale non è un privilegio - sono state le parole del pastore originario di Satriano - ma una responsabilità, responsabilità che possiamo condividere nella misura in cui cammineremo insieme, sentendoci servi gli uni degli altri. Non chiamatemi Eminenza come qualcuno già ha fatto, sono e resterò sempre don Mimmo. La nomina con cui Papa Francesco mi ha inserito quest’oggi nel Collegio Cardinalizio mi ha colto di sorpresa, generando in me una duplice reazione - aggiunge monsignor Battaglia -. Da un lato sento il peso di questa responsabilità con cui il Papa mi invita ad allargare il cuore, per aiutarlo nel suo ministero e ospitarvi la sua premura per la Chiesa universale e per il mondo intero. Dall’altro avverto una sincera gratitudine verso Papa Francesco non tanto per l’attenzione che rivolge alla mia persona ma perché nel chiamarmi a questo servizio ha guardato ad un figlio del Sud, vescovo di una Chiesa del Sud, di questo Sud che è al contempo terra di fatica e di speranza. Ecco perché sento come mio dovere anche in questo nuovo incarico portare con me le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono nel nostro Meridione e in tutti i sud del mondo, sud esistenziali e non solo geografici».