Grazie all’interessamento dell’amministrazione targata Nino di Bella, del parroco del luogo, don Rocco Suppa, e del Reparto Carabinieri Biodiversità diretto dal maggiore Rocco Pelle, un albero ultrasecolare, piantumato in un parco archeologico di particolare pregio storico, i ruderi del convento francescano di Soreto, a Dinami, è stato inserito nell’elenco degli alberi monumentali del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Un albero datato seicento anni, chiamato, per l’appunto, “Pioppo di San Francesco”, dal taumaturgo da Paola che ha fatto realizzare il non più esistete convento.
E mannaggia al terremoto del 1783, e ai successivi cataclismi, che hanno privato la Calabria di tutte le sue più straordinarie opere architettoniche. Guardando, infatti, ai ruderi rimasti, deve essersi trattato di una singolare opera monumentale, che, realizzata direttamente su interessamento del santo, interfacciatosi di persona con i Conclubeth, allora signori di Arena, potrebbe essere un’ottima attrattiva turistica. Nel luogo, distante dalla “civiltà”, insiste un eremo, da anni retto da diversi prelati che, vivendo in assoluta solitudine, si sono succeduti. L’ultimo in ordine di tempo, è Padre Pino Muller, originario di Soriano. Tornando all’albero, sarebbe addirittura anteriore alla visita del Santo da Paola, certificata il primo aprile del 1464, (24 anni dopo l’effettiva presenza del vegetale). Ma, calcolando che la datazione è approssimativa e che la costruzione del convento si è conclusa nel 1505, ci sta che lo possa aver piantumato direttamente il Santo o, magari qualche monaco che gli è succeduto. Un’opera straordinaria della natura, sopravvissuta a ciò che l’uomo non ha potuto prevedere né contrastare: terremoti del 1783, 1905 e 1908; alluvioni; cataclismi vari. Attività umana: tra tutte la più devastante. Venendo ai giorni nostri il monumentale vegetale, unico a essere certificato in Calabria, si trova lungo il “Cammino del Normanno”, già attestato e incredibilmente attrattivo per numerose località, tra le quali quella in questione, e, sicuramente, diverrà area di sosta e ristoro per i turisti e appassionati di trekking che decideranno di percorrere il medievale itinerario.
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