Catanzaro, l’arcivescovo Maniago si dice sicuro: «A gennaio apre il cantiere del Duomo». Poi gli auguri di Natale VIDEO
Il cammino pastorale e spirituale del Giubileo che la Chiesa avvia oggi (alle 18:30, papa Francesco aprirà la Porta Santa a San Pietro) troverà un suo percorso parallelo anche nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace. Già nelle scorse settimane, monsignor Claudio Maniago, arcivescovo metropolita del capoluogo di regione, ne aveva tracciato i contorni: ieri, nell’occasione del tradizionale scambio di auguri con la stampa, è tornato ad approfondire le attività previste per il 2025 dedicando spazio, anche, a temi che stanno particolarmente a cuore alla comunità locale come, per esempio, i lavori di restauro del Duomo di Catanzaro.
Iniziative giubilari
Quanto alle iniziative giubilari, il 29 sarà la Basilica dell’Immacolata ad accoglierne l’avvio (ore 10:30), mentre il giorno seguente, la cerimonia si terrà alla concattedrale di Squillace (ore 17). Per tutto il 2025, poi, le diverse iniziative si snoderanno per tutta la diocesi, mettendo al centro di specifici cammini i Santuari del territorio. Quanto al tema dell’attesa riapertura della Cattedrale, Maniago ha ripercorso il lungo e complesso iter burocratico-amministrativo, sottolineando anche la proficua e costante interlocuzione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Catanzaro e Crotone che, assieme al Provveditorato per le Opere Pubbliche, ha la responsabilità dell’esecuzione dei lavori di ristrutturazione. L’arcivescovo ha quindi indicato nel mese di gennaio il tempo in cui, al netto di non auspicabili complicazioni burocratiche, il cantiere dovrebbe partire.
Il bilancio
A gennaio, monsignor Maniago taglierà il traguardo dei tre anni alla guida dell’Arcidiocesi catanzarese, dove è stato inviato da papa Francesco per ricostruire una comunità diocesana segnata da profonde lacerazioni interne. Nei tre anni di lavoro, l’arcivescovo ha saputo ridare unità e centralità all’azione diocesana sul territorio, aprendo la Curia a una comunicazione più efficace e diretta. Tra i risultati, il consolidamento del numero di parroci diocesani (130), il numero di ordinati (saranno 9 a gennaio) e il numero di seminaristi (6). Per il prosieguo del lavoro, l’arcivescovo ha indicato quali saranno le direttrici: «Ancora c’è da lavorare, ma ciò di cui mi sono reso conto è che c’è tanto di buono. Ho visto in questa diocesi, in questa realtà sociale e in questa regione enormi potenzialità: ho visto dei giovani che si sono messi al lavoro per aiutare altri giovani. Ho visto voglia di fare e di mettersi in gioco. Ho fra le mani una bellissima stoffa – ha detto con una metafora -, bisogna far sì di tagliarla bene».