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Catanzaro, concluso il percorso di formazione previsto dal progetto Caritas "Un ponte verso il futuro"

Venerdì 28 febbraio, presso la sede dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale (ITTS) “E. Scalfaro”, a completamento del corso teorico-pratico di meccatronica previsto nell’ambito del progetto Caritas “Un ponte verso il futuro”, si è tenuta la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione a tre giovani detenuti dell'Istituto Penale per i Minorenni (IPM) "S. Paternostro" di Catanzaro.

I tre ragazzi, insieme a un quarto giovane che non ha potuto partecipare alla cerimonia, da novembre a gennaio sono stati protagonisti di questa importante esperienza formativa, che ha voluto essere un piccolo passo concreto verso il reinserimento lavorativo e sociale.

Le testimonianze della giornata

Durante la cerimonia, alla quale hanno partecipato anche i docenti impegnati in questo percorso, gli operatori della Caritas diocesana e alcuni studenti dell’ITTS, la prof.ssa Alessandra Frijo, a nome del dirigente scolastico prof. Vito Sanzo, ha espresso a tutti i presenti i saluti e i ringraziamenti, sottolineando l'importanza di iniziative come questa e la bellezza di questo progetto, che ha “un titolo di grande rilevanza, “Un ponte verso il futuro”, perché è quello che dobbiamo fare: gettare ponti, per unire, per esprimere solidarietà, per creare un futuro che sia un futuro soprattutto solidale […], noi non dobbiamo creare muri, ma dobbiamo creare ponti, è questa la centralità della nostra azione didattica e chiaramente l’azione educativa in generale”. Rivolgendosi poi ai ragazzi che ha frequentato il corso, li ha ringraziati per l’impegno che hanno dimostrato e li ha salutati con un augurio: “Speriamo che la vostra vita possa riempirsi di bellissime esperienze”.

Il direttore dell'IPM, dott. Francesco Pellegrino, ha sottolineato la valenza educativa e rieducativa di questi percorsi, soprattutto per una realtà dura come il carcere, “dove ci sono ragazzi per motivi disparati, ma comunque sostanzialmente perché non hanno avuto la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto nella loro vita”. Esperienze come questa sono necessarie per aiutarli a riscoprire le loro capacità e investirle per il bene. Ha poi ringraziato i docenti che hanno seguito con affetto e comprensione in ragazzi nel loro percorso e ha dato la piena disponibilità alla scuola ad accogliere gli studenti per far loro conoscere la realtà dell’IPM, che è molto spesso distorta dall’immagine che presentano le varie serie televisive. Ha, infine, espresso la certezza che per i ragazzi questa esperienza resterà un bel ricordo, soprattutto perché esperienze del genere li aiutano a conoscere l’altra parte della società: “Questa è la testimonianza che la società vi aspetta e vi riaccoglierà nel giusto modo, come è giusto che sia”.

Anche don Pietro Pulitanò, direttore della Caritas dell'Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, ha voluto condividere il suo pensiero. Dopo i ringraziamenti al dirigente scolastico e ai docenti per aver aderito con gioia a questo progetto, ai volontari della Caritas e ai ragazzi e al direttore dell’IPM, ha sottolineato la necessità di comprendere come il carcere “non sia punitivo, ma sia integrativo per quanti vivono quell'esperienza, ma devono sempre avere la possibilità di riabilitarsi”. Ha poi auspicato che questa non sia un’esperienza fine a se stessa, ma possa continuare, dando piena disponibilità alla collaborazione sia con il mondo della scuola sia con l’Istituto Penale.

Antonella Prestia, referente per il progetto, ha sottolineato l’importanza di una sinergia tra le varie istituzioni per poter lasciare una traccia di speranza per il futuro dei giovani. Ha ringraziato i ragazzi dell’IPM, “a loro un plauso per la serietà con la quale loro hanno partecipato” e l’IPM stesso “per il coraggio che ha avuto di aderire senza temere difficoltà e anche inciampi” e che ha dimostrato che c’è una visione dell’istituto penitenziario “che è quella di aprirsi al territorio, di stare nel territorio, perché insieme si possa condividere anche lo sbaglio di alcuni giovani che però hanno dimostrato di volercela mettere tutta per ritornare a stare sul territorio con un impegno positivo  e proficuo. Questa è la traccia di speranza che credo abbiamo tutti insieme abbiamo segnato”.

Parola ai docenti

Il prof. Bonavita ha testimoniato la bellezza di questa esperienza vissuta con molta soddisfazione dai docenti e anche dai ragazzi fin dal primo giorno, dei quali ha messo in evidenza il comportamento corretto e attento e l’impegno con il quale hanno partecipato alle lezioni. E a loro si è rivolto con affetto: “Cercate di dare il massimo e meglio di voi stessi e cercate di non ricadere nell'errore che avete fatto per il quale siete in questa condizione. Ragazzi, vi auguro il meglio per la vostra vita”.

Il prof. Piccoli, sottolineando anche lui la bellezza di questa esperienza “che ci ha accresciuti in tutto perché i ragazzi sono stati fantastici nel seguire”, ha sottolineato come “il sapere, la cultura, l’informazione possano salvarci. Questa è la chiave: il sapere salverà il mondo”.

La consegna degli attestati

I ragazzi, infine, nel ricevere gli attestati, hanno voluto ringraziare innanzitutto il direttore dell’IPM, che ha permesso loro di poter fare questo percorso, i professori per l’impegno che hanno messo nel seguirli, gli operatori della Caritas che sono stati accanto a loro in questa attività e la scuola che li ha accolti.

Un sincero ringraziamento da parte della Caritas diocesana va all'Istituto Tecnico Tecnologico Statale "E. Scalfaro", nella persona del dirigente scolastico, prof. Vito Sanzo, per aver permesso questa esperienza; ai docenti tutti, che hanno dedicato il loro tempo a questi giovani, non solo nell’insegnamento delle loro materie, ma soprattutto nel dialogo e nell’accoglienza, interagendo con loro senza pregiudizi.

Un ringraziamento speciale va al direttore dell’Istituto Penale per i Minorenni, dott. Francesco Pellegrino, che ci ha supportato e ha creduto in questo progetto.

E un grazie a tutti coloro che, con la loro disponibilità e il loro impegno, hanno reso possibile questo progetto, contribuendo a costruire un futuro più inclusivo per tutti.

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