Si è svolto giovedì scorso presso la sala consiliare del paese uno stimolante incontro di presentazione dei risultati sulla campagna “23/”24 degli scavi archeologici che dal 2019 si stanno svolgendo al castello normanno svevo di Arena, voluti dall’amministrazione Nino Schinella, in collaborazione con l’Università di Siena e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Gli stessi, coadiuvati logisticamente dalla “Promoarena” di Filippo Adamo, sono condotti da un’equipe di esperti guidata dal professor Carlo Citter, associato di materie storiche all’“Unisi”. Citter ha preliminarmente illustrato le finalità, la composizione e il funzionamento del sito web “medtomod”, accessibile e inclusivo anche a utenti con diverse problematicità e senza differenze di genere, ispirato proprio dal castello di Arena e da lui realizzato. È concentrato sull’area centro – meridionale mediterranea, per dimostrare come la maggior parte dei castelli esistenti oggi siano frutto di numerosi adattamenti realizzati nei secoli a seconda delle mutate esigenze nel periodo intercorso dal medioevo, quando il mediterraneo era il centro del mondo e le urgenze erano difensive e belliche, alla modernità di due secoli dopo, quando l’area divenne periferica e le necessità divennero prevalentemente residenziali e di prestigio nobiliare (med2mod, dal medioevo alla modernità, appunto). L’esito degli scavi è stato esposto dai dottori Camilla Felicioni e Marco Martini, i quali, attraverso la proiezione di slide, hanno documentato l’attestazione del sito all’XI secolo, comprovando, appunto, le diverse sedimentazioni, almeno 3 o 4, succedutesi nei secoli demolendo le precedenti strutture, rasandole e costruendovi le nuove. La prima parte che si nota arrivandovi, composta da due torrioni e dalla porta di accesso, è quella più tarda, mentre quelle più antiche sono nel sito di scavi vero e proprio. Qui, sul lato sinistro, sono state individuate 4 stanze in cui sono stati trovati reperti ceramici di varie epoche (probabile area mensa) e ferrosi e vari buchi quadri di palo (che testimonierebbero di una precedente costruzione protostorica, forse una stalla). Pochi i resti trovati (tra cui alcune monete di epoca aragonese) a testimonianza di una continuità di vita costante e di un ininterrotto riutilizzo dei materiali. Altre scoperte riguardano il ritrovamento di un passaggio realizzato in qualche fase per meglio trasportare il materiale altrove nel paese, mentre a fine campagna 2024 sono emerse 2 strutture turrite che (ipotizzandone una terza nell’area destra, non ancora esaminata) alimentano la tesi dell’esistenza di una struttura fortificata che potrebbe essere quella normanna vera e propria. Insomma, volendo abbandonare il linguaggio tecnico si potrebbe immaginare una specie di matriosca che contiene al proprio interno i resti di tante altre matriosche. Che sono ancora da studiare con precisone ma che testimoniano di un’area strategicamente importante per ciascuna delle epoche in cui è stata vitale, anche perché posta esattamente a metà su una via di comunicazione che dallo Ionio conduceva al Tirreno (l’attuale Trasversale delle Serre?). In prospettiva, potrebbe essere strategica anche per quelle a venire. Non resta che attendere i risultati della prossima campagna.