
Con l’approssimarsi degli esami di Stato, il Vescovo di Lamezia Terme, Mons. Serafino Parisi, ha rivolto un sentito messaggio agli studenti e alle studentesse che si preparano ad affrontare la Maturità. Le sue parole, cariche di riflessione e di speranza, sono molto più di un augurio: sono un invito a concepire il futuro come un viaggio profondo, fatto di conoscenza, sfide e desiderio autentico di senso.
Nel suo messaggio, Mons. Parisi recupera la figura di Ulisse così come interpretata da Dante nel Canto XXVI dell’Inferno. Il viaggio dell’eroe omerico diventa simbolo del cammino umano: un percorso che non si limita alla conquista del sapere, ma che mira a una verità più alta, quella che si riconosce nel limite e nella tensione verso l’“oltre”.
«Non accontentatevi di un possesso delle cose», scrive il Vescovo ai giovani, ma cercate «l’amor che move il sole e le altre stelle». È un invito a non vivere “come bruti”, per citare ancora Ulisse, ma a seguire “virtute e canoscenza”, senza dimenticare il valore delle relazioni, delle radici, della nostalgia intesa come desiderio di futuro.
Mons. Parisi rievoca anche momenti di incontro avuti durante l’anno con i ragazzi delle scuole superiori, sottolineando l’importanza della riflessione condivisa su parole-chiave come coraggio, amore, forza, accoglienza. Parole che non sono semplici concetti, ma strumenti di orientamento nella complessità della vita.
Non mancano nel testo riferimenti colti e poetici, dal carro di Elia alla lettura di Kavafis, in un discorso che, pur affondando le radici nei classici, sa parlare al cuore dei giovani di oggi. “Se nostalgia deve ispirare il nostro viaggio, sia almeno nostalgia di futuro”, conclude Mons. Parisi. Un messaggio che non consola, ma sprona; che non chiude, ma apre.
Per i maturandi del 2025, parole come queste suonano come un faro. Nel mare aperto della vita, l’augurio è quello di non smettere mai di cercare.
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