Il 13 luglio la comunità parrocchiale di Catanzaro si è riunita con profonda partecipazione presso la Chiesa della Madonna del Carmine per vivere un momento di grande solennità e commozione: l’incoronazione della statua della Vergine del Carmelo, presieduta da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Claudio Maniago, Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace.
A guidare e coordinare l’evento sono stati il parroco, don Marcello Froiio, e il priore dell’Arciconfraternita di Maria SS.ma del Carmine, Antonio Ambriani, che insieme hanno animato la preparazione spirituale e logistica di una cerimonia che ha visto la partecipazione di tanti fedeli e devoti.
Grande gioia e soddisfazione hanno accompagnato il ritorno nella parrocchia degli storici arredi sacri del simulacro della Vergine, che tornano alla venerazione popolare dopo un importante intervento di restauro curato dalla ditta “Adduci restauri – Diagnostica e restauro di opere d’arte”, guidata da Antonio Adduci di Grisolia (CS).
Fulcro della celebrazione è stata l’imposizione, per mano dell’Arcivescovo Maniago, delle due corone reali in argento: una sul capo della Madonna, l’altra sul capo del Bambinello che Ella tiene tra le braccia. Le corone, simbolo della regalità di Cristo e della Madonna, sono parte di un più ampio insieme iconografico costituito da quattro elementi: la coppia di corone, la falce di luna con serpente e la raggiera posteriore.
Ogni elemento, carico di valore simbolico e devozionale, è stato oggetto di un attento intervento conservativo. La falce di luna, realizzata in una singola lastra d’argento, rappresenta l’Immacolata Concezione, mentre il serpente con testa d’uccello e il pomo stretto nel becco allude al peccato originale, sconfitto dalla purezza della Vergine. Le corone, finemente sbalzate e cesellate secondo gli stilemi dell’argenteria meridionale del Settecento, differiscono per dimensione e dettaglio: la maggiore reca al vertice una colomba, simbolo dello Spirito Santo; la minore una crocetta raggiata. A completare l’insieme, la raggiera circolare, impreziosita da dodici stelle con castoni che simulano pietre preziose, simbolo della donna dell’Apocalisse.
Il restauro, che ha permesso di restituire splendore e dignità agli arredi, è stato possibile grazie alla generosa partecipazione di tanti fedeli e alla raccolta fondi promossa dall’Arciconfraternita e sostenuta anche dalla Fondazione Carical. Un segno tangibile della devozione che lega profondamente la comunità a Maria SS.ma del Carmine, riconosciuta Regina e Madre, Colei che accompagna i suoi figli nel cammino della fede.
L’intervento di restauro è stato pensato non solo come recupero artistico, ma anche come atto di amore verso la tradizione e la spiritualità che unisce generazioni di devoti. In questo gesto, la comunità ha voluto ribadire la centralità della Vergine nella vita ecclesiale, affidandole ancora una volta il presente e il futuro della parrocchia.
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