
Una volta di pietra, un percorso scavato nella roccia, il fascino della storia racchiuso in uno spazio ipogeo da valorizzare e mettere a frutto. Una risorsa, quella della “Catanzaro sotterranea”, che da tempo chiede di essere considerata, tutelata e messa a sistema come pezzo importante di una strategia più ampia per la costruzione di una destinazione turistica a vocazione culturale della città.
Sotto l’amministrazione Abramo, il futuro delle Gallerie era stato indirizzato verso l’ambito gastronomico. Una scelta che, a ben vedere, poco collima con la vocazione naturale di quelli che, sin dal tempo della dominazione Normanna durante la quale si eresse il castello della città, erano spazi nascosti, probabilmente adibiti a carceri. Ma tant’è: quel vincolo, in un modo o nell’altro, dovrà essere rispettato, così nel bando che qualche mese fa Fondazione con il Sud e Comune di Catanzaro hanno pubblicato per assegnare la gestione di tutto il Complesso, l’area delle Gallerie è previsto che ospiti attività in qualche modo connesse all’indirizzo gastronomico attraverso «l’attivazione dello spazio già adibito a laboratorio di cucina».
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