Gli occhi guardano solo in alto. «Il campionato della Juve Stabia è da record, ma noi crediamo ancora al primo posto, lo faremo fin quando sarà possibile». Cristian Riggio sintetizza il pensiero del Catanzaro. Parole vere, non di circostanza, perché nello spogliatoio giallorosso un po’ tutti covano la speranza che la capolista perda colpi e ritmo. Questo non significa pensare che le altre due concorrenti, Trapani e Catania, siano ostacoli facilmente superabili, semmai l’opposto.
Il rispetto è massimo anche nei loro confronti: «Sono due grandi squadre, molto organizzate e, soprattutto gli etnei, con un grande pubblico. Resteranno in alto fino alla fine, ne sono sicuro».
Però il Catanzaro sa pure di poterla spuntare sulle siciliane. È una questione di consapevolezza dei propri mezzi, acquisiti passo dopo passo dopo aver pareggiato la gara d’andata contro il Bisceglie. Guarda caso l’avversario di domenica: «Da quel momento – spiega Riggio - oltre ad avere più contezza della nostra forza, abbiamo assimilato più in profondità i meccanismi che ci ha insegnato l’allenatore, che sono diventati più automatici. Ma al di là di questo sono cambiati in particolare i risultati, l’impostazione e il modo di giocare erano gli stessi anche prima».
Riggio non è più una sorpresa.
Ha convinto dall’inizio, si è subito ritagliato un posto da titolare e nessuno gliel’ha più tolto. Solo le squalifiche o un infortunio l’hanno tenuto fuori: «So di poter migliorare ulteriormente, non so dove sarò da qui a dieci o quindici anni. Sto facendo un buon campionato anche grazie all’allenatore e alla società, che mi hanno messo nelle condizioni adatte».
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