I suoi strappi, la sua imprevedibilità, sono mancati tantissimo al Catanzaro. Adesso che è rientrato, Kanoute può tornare ad essere un fattore: negativo per gli avversari, positivo per la sua squadra. Qualcosa di quello che sa fare l’ha già mostrato nel secondo tempo con il Catania. «Ho giocato più libero, non ho avuto paura, ed è andata meglio», dice. Il primo, invece, dopo quaranta giorni di stop per un guaio al flessore, l’aveva vissuto col freno a mano tirato: «All’inizio avevo paura di una ricaduta», ammette il 25enne, sicuro titolare nella trasferta di Rieti, «ma so comunque di poter dare molto ma molto di più, non solo per la squadra, ma anche la gente e per la maglia che indosso». Certo, a livello di risultato, l’attaccante senegalese sperava ovviamente in qualcosa di meglio. Ancora mastica amaro: «Abbiamo regalato la partita al Catania, che si è chiuso dietro e ha puntato sul contropiede, mentre noi abbiamo tenuto in mano le redini del gioco. L’avessimo gestita meglio, sarebbe finita in modo diverso. I gol li abbiamo subiti per due errori nostri». Prima tappa per rimettersi a correre: Rieti. «Sarà molto dura anche lì, dovremo dare l’anima per vincere, mettendoci ben chiaro in testa, come se fosse un chiodo fisso, che i tre punti sono fondamentali perché siamo una squadra con un obiettivo molto importante da centrare. Come? Il possesso palla è la nostra identità, solo in questo modo riusciamo a trovare spazi e fare gioco, è così che abbiamo vinto tante partite, non sappiamo fare altro».