Marcatori: pt 28’ Verna, 31’ Floriano; st 35’ Martinelli Palermo (4-3-3): Pelagotti; Accardi, Somma, Marconi, Crivello (18’ st Almici); Luperini, De Rose (37’ st Saraniti), Santana (24’ st Rauti); Kanoute (24’ st Silipo), Lucca, Floriano (18’ st Palazzi). A disp.: Fallani, Martin, Lancini, Peretti, Broh, Marong. All.: Boscaglia 5,5. Catanzaro (3-4-1-2): Di Gennaro 6,5; Riccardi 6, Fazio 6,5, Martinelli 7; Garufo 6,5, Verrna 7, Corapi 7, Porcino 6; Carlini 6 (45’ st Grillo sv); Curiale 6 (31’ st Evacuo 6), Di Massimo 6 (45’ st Baldassin sv). A disp.: Branduani, Ianni, Jefferson, Parlati, Molinaro, Pierno, Gatti, Risolo, Casoli. All.: Calabro 6,5. Arbitro: Di Graci di Como 6. Note: espulso Saraniti al 47’ st; ammoniti Palazzi, Riccardi, Corapi e Carlini per gioco scorretto, Floriano e Saraniti per comportamento non regolamentare; angoli 10-3 per il Palermo; recupero: st 4’. L’unica volta era successo quasi 50 anni fa, esattamente il 17 settembre del 1971: un gol di Alberto Spelta bucava la porta rosanero al 63’ e permetteva al Catanzaro di violare la Favorita (così si chiama allora l’attuale Barbera) nel girone eliminatorio della Coppa Italia. Mai, però, i giallorossi si erano imposti a Palermo in gare di campionato. Il tabù è stato sfatato ieri, nello stadio vuoto e illuminato da uno splendido sole: una vittoria preziosa e meritata, quella della formazione guidata da Calabro, che ha mostrato gioco e personalità contro un avversario illuso dalle due vittorie di fila contro Bisceglie e Turris. Il Catanzaro ha fatto in fretta a dimenticare lo scivolone casalingo contro la Casertana e a riprendere la marcia bruscamente interrotta. “Dobbiamo accelerare”, aveva detto il tecnico alla vigilia. Ed è stato accontentato. In vantaggio con Verna, il Catanzaro è stato raggiunto prima del riposo da Floriano, ma nella ripresa ha inferto il colpo del ko con una perfetta inzuccata di Martinelli. Tre punti importanti per blindare il quarto posto (e guardare anche più su), al termine di una partita che gli ospiti hanno sempre condotto con piglio autoritario e soprattutto senza mai mostrare di volersi accontentare.