C’è chi parte e chi torna. Massimo Cerri ha salutato tutti - presidente, direttore generale, dipendenti del Catanzaro - e raccolto i suoi effetti personali perché non è più il direttore sportivo giallorosso. Antonio Calabro invece si è rivisto in città per cominciare a discutere con la proprietà della sua permanenza: ancora non c’è nulla di scontato, anche perché l’interferenza della Triestina è forte, ma forti sono pure le ragioni tecniche, contrattuali e di cuore che potrebbero convincere l’allenatore a restare. In sintesi: la trattativa è appena cominciata, ci sono ancora dei nodi da sciogliere e servirà del tempo per sbrogliare la matassa. Riavvolgendo il nastro di una giornata – quella di ieri – bella piena, bisogna partire dall’ormai ex ds, che traballava da un po’. Cerri e il club hanno deciso di comune accordo di lasciarsi da buoni amici, risolvendo in maniera consensuale il contratto firmato l’anno scorso. «Voglio ringraziare e salutare tutti, probabilmente tornerò a Catanzaro per vedere qualche partita, ma per il momento le nostre strade si separano. È stata una bella esperienza lavorare qui, ma pur avendo un altro anno di contratto ho deciso, in accordo con la società, di lasciare l’incarico», ha detto Cerri. Di natura diversa è stata la riunione fra il tecnico Antonio Calabro, il direttore generale Diego Foresti e la proprietà, cioè il presidente Floriano Noto e il fratello Derio, vero e proprio “ministro delle Finanze” del club. I quattro hanno discusso a lungo, per ore, interrompendo il summit giusto il tempo di un paio di sigarette (i fumatori sono Foresti e Calabro), prima di ricominciare il confronto. Troppo tempo? Normale, considerando quello che c’era sul tavolo. Per prima cosa: il bilancio della stagione conclusa con l’eliminazione ai playoff per mano dell’Albinoleffe, ma pure il secondo posto raggiunto in campionato e i tanti aspetti positivi seminati e raccolti, anche un po’ a sorpresa, sul campo. Secondo versante: la questione rinforzi. Anche da questo punto di vista non pare ci siano grosse divergenze o problemi: la proprietà ha l’intenzione di accontentare l’allenatore sul piano tecnico innestando cinque o sei elementi di spessore nell’ossatura di un gruppo che rimarrà invariato in alcuni elementi chiave (come Martinelli, Fazio, Carlini, Verna, Branduani). In sostanza i Noto hanno tutte le intenzioni di assicurare a Calabro una squadra anche più competitiva di quella avuta in mano fino al 2 giugno. Il terzo aspetto da risolvere è però quello più complicato. Corteggiato in modo serio dalla Triestina, però anche sinceramente legato alla piazza giallorossa, Calabro avrebbe chiesto un adeguamento contrattuale magari corredato da una stagione aggiuntiva, quindi con scadenza posticipata dal 2022 al 2023. È questo il fronte su cui si continuerà a trattare nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Si punta a trovare la quadra entro una settimana, non di più