Mettete nella stessa stanza un direttore generale, un direttore sportivo e un allenatore. Immaginateli a Catanzaro, nella sede del club o negli uffici aziendali del presidente Noto (il complesso è lo stesso, basta solo attraversare un parcheggio), a guardarsi in faccia e a parlare per ore, a discutere di come costruire una squadra vincente, possibilmente una che ammazzi il campionato, quindi a scandagliare i punti deboli e quelli forti del gruppo che già c’è, individuando cosa possa servire per rafforzarlo e chi, al contrario, debba essere tagliato. Pensateli a ragionare a trecentosessanta gradi su ruoli e funzioni prima ancora che sui nomi (che non saranno comunque mancati) dei calciatori che potranno essere utili alla causa. È quanto successo ieri pomeriggio in via Gioacchino da Fiore, dove Diego Foresti e Vincenzo Vivarini hanno avuto il primo vertice operativo con il nuovo ds dei giallorossi Giuseppe Magalini. È stato un confronto approfondito quanto necessario proprio per capirsi tutti e tre insieme. Foresti e Magalini avevano già lavorato fianco a fianco per un breve periodo (tre mesi circa) alla Viterbese, dunque un’idea di massima di come approcciarsi l’un l’altro ce l’avevano. Vivarini e l’uomo-mercato veneto invece no: i due si sono sentiti negli ultimi giorni, dopo che Magalini è stato ufficializzato dalla Aquile, ma una cosa è il telefono, un’altra è vedersi di persona per impostare quel rapporto personale che dovrà durare per un anno con il massimo (si spera) profitto reciproco. La sintonia fra allenatore e ds è fondamentale in ogni squadra, figurarsi in una che è già formata in buona parte, quindi a bocce ferme si può dire necessiti di pochi, ma ben calibrati interventi. E diventa ancora più importante se lo stesso allenatore è arrivato mesi prima del ds, conseguenza della scelta fatta da un altro (Pelliccioni) anche se in stretta collaborazione con la società e la proprietà. È chiaro, allora, che tutta la triade debba trovare l’uguale modulazione di frequenza. Da un certo punto di vista è come se tutto si fosse resettato ripartendo da zero. Dall’altro no, perché il Catanzaro ha una base formata passo dopo passo a partire da due estati fa, che ha in Foresti e nei Noto i garanti e il minimo comune denominatore (per il dg sarà il terzo anno al “Ceravolo”), che nell’ultimo torneo è salita di un gradino e che ora vuole spiccare il salto definitivo. Il riscatto di Biasci è stato un bell’antipasto, ma la nuova stagione giallorossa è iniziata a tutti gli effetti col summit di ieri. Quanto al mercato in entrata, non è ancora detta l’ultima parola sul rinnovo del portiere Branduani. Il trentatreenne è in scadenza, avrebbe un discorso ben avviato con il Crotone proprio perché il Catanzaro, finora, non ha dato seguito all’intesa raggiunta in primavera, però le Aquile rimangono la priorità del numero 33, che ormai ha messo su casa nella zona di Lido. Dunque mai dire mai, almeno fino al primo luglio. Il tempo per pensare a possibili alternative (tipo il ritorno di Di Gennaro) non manca.