Il Foggia sarà l’avversario del Catanzaro ai quarti di finale di Coppa Italia Serie C. Il turno a eliminazione diretta in gara secca si disputerà mercoledì 7 dicembre allo “Zaccheria” (orario da definire). Per i giallorossi, che si sono qualificati dopo aver eliminato l’Avellino ai rigori (e prima ancora il Potenza), sarà la prima di due sfide consecutive in casa del Foggia, dove lunedì 12 è in programma il posticipo di campionato trasmesso in diretta su Raisport. I rossoneri sono arrivati a questo punto della competizione dopo aver eliminato il Crotone agli ottavi, Picerno e Juve Stabia nei turni precedenti
Giovani promesse
I complimenti di Vivarini se li sono meritati. Giorgio Megna e Rocco Scavone non hanno fatto le semplici comparse. Hanno contribuito alla qualificazione in modo decisivo. La vetrina degli ottavi di finale è stata soprattutto loro (e dell’allenatore che li ha lanciati senza pensarci su due volte). Più dei gol di Iemmello e Biasci, più degli assist di Vandeputte o di un altro ragazzino solo un po’ più grande come Katseris. Contro l’Avellino quei due hanno tenuto altissima la bandiera del settore giovanile. E hanno sfoderato pure un paio di interventi fondamentali su un calciatore che ha migliaia di partite e chili d’esperienza in più: la scivolata di Megna e la diagonale difensiva di Scavone su Trotta sono state da incorniciare. Il primo, classe 2005, è un “veterano” dopo un paio di ritiri estivi e tanti allenamenti con la prima squadra. «I miei compagni non sentivano la pressione, nemmeno durante il riscaldamento», ha risposto Megna, crotonese in giallorosso dal 2017, quando gli è stato chiesto se gli altri baby avessero avuto bisogno di consigli. Lui aveva già giocato 90’ con il Potenza, nel turno precedente, mercoledì ha sostituito Brighenti all’intervallo, ma è nel giro dei “grandi” da un paio di stagioni: «Per me è una vittoria personale proprio per questo motivo, ho fatto un ritiro con Calabro, poi quest’estate la chiamata del mister per andare a Moccone mi ha fatto molto piacere. Mi sono ritagliato il mio spazio, Vivarini è un grande e la squadra fortissima, sono felice di essere qui», ha spiegato il centrale, perno della Primavera di Spader dopo un’annata in prestito al Sassuolo Under 17. Con l’Avellino Megna è partito un po’ titubante, poi si è ripreso, segno di personalità oltre che di qualità. Testa alta, passaggi in verticale, uscite palla al piede, mica il compitino: «È vero che ho iniziato un po’ male, ma ero ancora un po’ freddo, quindi mi sono detto di rimanere calmo e giocare come so. Mi sono tranquillizzato, penso di aver disputato una buona gara pur dovendo prestare più attenzione in alcune situazioni». Scavone, al Catanzaro dal 2016, ha sostituito Iemmello: «Quando ho visto che gli dovevo dare il cambio ho pensato fosse uno sbaglio», ha detto. «Ringrazio tutti quelli che mi hanno permesso di avere quest’occasione, l’intero settore giovanile dal direttore Moro al tecnico Spader in poi fino a mister Vivarini e allo staff della prima squadra. Spero non sia l’ultima, mi impegnerò tantissimo. Intanto questo esordio lo dedico ai miei genitori, che hanno fatto tantissimi sacrifici per farmi giocare». Esterno destro a tutta fascia («È un ruolo che mi ha dato Spader, è quello che preferisco anche se non mi dispiace fare pure il terzino»), il 2004 di Potenza se l’è cavata bene nonostante avesse davanti un mammasantissima della categoria come Tito. Scavone ha avuto anche una chance per segnare: «Le gambe non mi tremavano, quando mi è capitato pensavo solo a colpire la palla, dopo ho realizzato che avrei potuto fare gol. Ci ho provato, non ci sono riuscito, ma non fa niente… magari alla prossima».