Il primo 0-0 stagionale conta comunque parecchio. Basta fare un semplice calcolo matematico: i sei punti di vantaggio sul Crotone sono rimasti invariati, ma c’è una giornata in meno alla fine del campionato. Il torneo è ancora lunghissimo – chiaro –, ma le difficoltà che il Catanzaro ha trovato allo “Zaccheria” non sono state poche: il Foggia ha piazzato trappole sul sentiero, chiuso ogni varco, in particolare nel primo tempo, e ribattuto colpo su colpo in transizione.
Per Vivarini è un buon punto. L’ennesimo successo in trasferta sarebbe potuto arrivare lo stesso, senza scandali, con un po’ di lucidità o fortuna in più: il paio di conclusioni di Scognamillo sugli sviluppi di un calcio piazzato, la doppia occasione di Katseris e Vandeputte, la serie di angoli pericolosi battuti nella prima metà del secondo tempo e, in particolare, il destro a colpo sicuro di Curcio nel finale, respinto da Costa in versione uomo della Provvidenza.
Due o tre grosse chance le hanno avute anche i pugliesi, quindi il pareggio è stato effettivamente il risultato più giusto. In classifica il Pescara ha guadagnato due lunghezze, ma resta a meno dieci: è un abisso. L’abitudine era un’altra, però se per la seconda volta nel torneo la squadra è stata costretta alla frenata dopo un filotto di sei brindisi, significa che più aumenta la velocità del Catanzaro, più crescono determinazioni e attenzione degli avversari. Il Foggia, su questo piano, si è dimostrato preparato a dovere, come mai nessuno prima. Le Aquile hanno collezionato appena il terzo pareggio sparso fra quindici vittorie, conservano una media punti mostruosa, superiore ai 2,6 a partita, possono ancora battere il record di punti ottenuto dalla Reggina nel girone d’andata 2019-20: gli amaranto si erano fermati a 49, i giallorossi sono sotto di uno e devono ancora affrontare l’ultima del girone d’andata, in casa, contro il Potenza (ore 12:30).
Quella di lunedì sera, intanto, è stata la prima gara di campionato terminata senza reti all’attivo. La seconda uscita consecutiva contando la precedente in Coppa, sempre a Foggia, ma le due gare non si possono paragonare perché stavolta il Catanzaro ci ha provato di più e in modo non episodico come mercoledì. C’erano quasi tutti i titolari, c’erano le alternative in panchina, di conseguenza Vivarini ha potuto scegliere a piacimento cambiando pure il modulo nel finale (da 3-5-2 a 3-4-1-2) con Iemmello e Cianci supportati da Curcio.
Lo 0-0 non preoccupa: non ha evidenziato problemi in fase di finalizzazione, la costruzione di azioni interessanti non è mancata. Semplicemente, prima o poi doveva capitare, anche se per una squadra che di media ha realizzato più di 2,7 gol a incontro sembra effettivamente un po’ strano. È stato merito del Foggia, che allo “Zaccheria” aveva già battuto il Crotone: i pugliesi hanno devitalizzato Biasci e Vandeputte, gettato una rete intorno al centrocampo. D’altro canto, anche il Catanzaro ha posto parecchia attenzione alla fase difensiva, rischiando tutto sommato il dovuto su un campo complicato.
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